Il Parco di Nara

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Un viaggio nel cuore del Giappone più profondo che svelerà modernità e tradizioni antiche andando fuori dalle solite rotte turistiche, senza dimenticare le mete più amate.

Nara, prima capitale del Giappone famosa per i suoi cervi in tutto il mondo

Cervo di Nara

Chiunque arrivi in viaggio in Giappone per la prima volta dopo aver visto Tokyo e Kyoto avrà in programma di andare a Nara, la città nota in tutto il mondo per custodire una folta colonia di cervi selvatici ed al contempo abituati all'uomo in un grande parco cittadino.
Un parco che in realtà è un bosco in talune zone ormai molto antropizzato, mentre in altre è allo stato di vera "foresta vergine", la cui storia si perde alle origini della città stessa.
Nara è stata la prima capitale stabile del Giappone e lo fu per una settantina d'anni nel secolo VIII quando il sistema statale giapponese iniziò a plasmarsi su quello cinese, con una corte più complicata, farcita di ministeri e padiglioni tanti che non era più possibile assecondare la credenza della religione ancestrale che prevedeva di abbandonare in toto il luogo dove moriva un imperatore, perché la morte lasciava dietro di sé sciagure e sventure, ma complice anche l'arrivo dei culti buddisti si iniziò a pensare di emulare in tutto il Celeste impero, anche nella costruzione di una capitale che rimanesse stabile.
Fu così che gli sciamani dell'antica religione shintoista e i bonzi del nuovo credo si decisero a fondar qua una nuova capitale ricalcata sulla pianta della capitale cinese Chang'an (l'attuale Xian) a cui dettero il nome di Heijo-kyo, dove oltre al palazzo imperiale ed alla corte migrarono anche templi buddisti e santuari shintoisti ed è proprio ad un grande santuario legato alla famiglia Fujiwara, la più influente sulla corte imperiale del tempo che si deve il parco e la fama della Nara di oggi in tutto il mondo.

I sacri cervi di Nara messaggeri tra gli dei e gli uomini

Cervo di Nara

I Fujiwuara che subito qua avevano portato il proprio tempio buddista (il Kofuku-ji che sorge ai confini del parco stesso e di cui vi consigliamo caldamente una visita) si decisero quindi a portarvi anche i loro numi tutelari appartenenti al credo degli avi, che legato in modo sincretico al buddismo crea la "religione giapponese" ancora oggi, cioè lo shintoismo, per i quali fecero costruire una dimora consona: il santuario Kasuga.
La tradizione narra la fondazione del luogo sacro all'anno 768, ma gli studiosi credono che essa sia precedente di qualche decennio, almeno a quando la leggenda ci narra che qua fu portato il dio Kasuga da un cervo bianco sulle proprie spalle, leggenda da cui deriva la sacralità in questo luogo dei cervi che ancora oggi sono considerati veri e propri messaggeri tra gli dei del santuario e gli uomini.
Più di mille ungulati scorrazzano così felici nel parco che circonda anche l'altra grande attrazione della città, cioè il Todai-ji dove dimora il grande Budda in bronzo e sono diventati assieme ad esso simbolo della città stessa in tutto il mondo.
Il santuario vale assolutamente un visita, vi si accede dopo aver oltrepassato più torii (la porta sacra dello shintoismo) e camminando tra una selva di lanterne votive in pietra che ci conduce agli spazi sacri protetti da "recinti" e realizzati nello stile Kasuga-zukuri una delle architetture dello shintoismo che qua appunto come dice il nome è nata.

Un santuario ed un bosco primordiale sotto la tutela dell'UNESCO

Cervo di Nara

Sia il santuario che la foresta primitiva di Kasuga-yama che lo cinge furono da subito messi sotto la protezione imperiale ed oggi sono anche patrimonio dell'UNESCO, incredibile pensare che qua ci sia una vera foresta vergine di 250 ettari che protegge, oltre ai cervi, anche più di altre mille specie animali.
L'intricato bosco si muta poi, andando verso la città, nel Parco ed assieme a questo arriva a coprire 570 ettari di verde tra imponenti cedri giapponesi, boschetti di sakura (ciliegi)e di ume (susini), praterie e laghetti il tutto "condito" da voraci cervi a cui solitamente si comprano specifici biscotti (in vendita in loco per pochi yen) di cui sono ghiotti, ma attenzione che sono talmente abituati all'uomo da essere quasi aggressivi per ottenere il cibo, ma vi assicuriamo che quando tornerete da là i vostri telefonini e le vostre macchine fotografiche saranno stracolmi di scatti di sika (così si chiamano in giapponese) in tutte le posizioni.

come arrivare
col treno da Kyoto o Osaka
orario
Tutti i siti più o meno dalle 9 alle 17.

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