Ginkaku-ji, il tempio d'argento

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Un viaggio nel cuore del Giappone più profondo che svelerà modernità e tradizioni antiche andando fuori dalle solite rotte turistiche, senza dimenticare le mete più amate.

Il Padiglione d'Argento

Ginkaku-ji, Kyoto, Giappone

Il Ginkaku-ji, letteralmente Padiglione d'Argento, nasce come residenza privata dello shogun Yoshimasa, una "villa" sulla collina di Higashiyama alla costruzione della quale già pensava dal 1460, ma a cui si cominicio a lavorare solamente dal 1482, perchè nel frattempo Kyoto fu sconvolta dalla guerra Onin(1467-77), guerra civile che vide la stessa città come campo di battaglia e che più di ogni altra cosa la sconvolse.
Lo shogun probabilemnete iniziò a vivere qua dal 1485, quando si fece monaco zen, (Yoshimasa, così come il nonno Yoshimizu diede forte impulso alla filosofia zen giapponese) ma a differenza del predecessore, che era umo di azione, costui si limitò ad essere spettatore delle rivolte sanguinose che avvennero sotto il suo "regno".

Dove nacque la cerimonia del tè

Ginkaku-ji, Kyoto, Giappone

Dei padiglioni abitativi rimane il Tokudo, ove è una piccola stanza quadrata detta Dojinsai, che è il prototipo di shoin, lo studiolo dei monaci zen e dove lo shogun teneva i libri, qua è anche una bellissima mensola sfalsata e da questo aprendo gli shoji si ammirava il bellissimo giardino lasciandosi andare alla meditazione. E' sempre qua che si fece diventare la consumazione del tè macha un qualcosa di rituale e meditativo, dando vita alla famosa cerimonia del tè.

Imperdibile nel viaggio a Kyoto

Ginkaku-ji, Kyoto, Giappone Nel 1489 si porta a termine il Kannon-den, la struttura principale, quella che, appunto, la storia ci narra, in onore del nonno Yoshimitsu, che aveva ricoperto di fogle d'oro il Kinkaku-ji, doveva essere ricoperta di lamine d'argento; la struttura ha due piani e dedica il secondo ai simulacri degli Dei.
Alla morte di Yoshimasa, avvenuta nel 1490, come da sua volontà questo ritiro divenne un tempio prendendo il nome di Jisho-ji, le strutture di questo tempio risultano rispetto alle archietetture del passato più rustiche, meno affettate e perfette come appunto la filosofia zen di questo momento suggeriva.
Noi per ora vi siamo stati due volte da soli intorno alla metà di settembre ed ai primi di aprile in pieno hanami, e poi tante volte con i nostri gruppi in viaggio in Giappone e abbiamo ammirato l'apparente semplicità e la grazia della struttura ed il suo adiacente giardino zen ove tutti notiamo un cono che rappresenta il monte Fuji e spiazzi "pettinati" a raffigurare il mare, come spesso accade davanti ai giardini di questo tipo siamo di fronte ad una astrazione del Giappone stesso; nel tempo non ho potuto fare a meno di osservare, dentro di me, che tanta perfezione, apparentemente immobile e statica, deve sicuramente essere balìa degli agenti atmosferici e quindi costante lavoro dell'uomo che si perpetua nei secoli identico a se stesso. Oltre a questa parte dicamo di giardino secco ve ne è una ove sono l'acqua ed i pini a far da padroni, l'architetto di questo capolavoro paesaggistico fu il grande Sōami
Il Jisho-ji continua ad ospitare la cultura giapponese nelle sue espressioni classiche come il teatro No, la cerimonia del tè o l'arte della pittura ad inchiostro.

La passeggiata del filosofo

Strada del filosofo, Kyoto, Giappone

Il Tempio si trova all'estremità nord della così detta strada del filoso un viottolo, circondato da ciliegi che il professore di filosofia Nishida Kitaro percorreva immerso nei suoi pensieri negli anni in cui fu docente e esponente della così detta scuola di Kyoto, se siete a Kyoto per l'hanami dovete assolutamente percorrerlo, anche se ci sarà inevitabilmente tanta gente, anche camminarci in altre stagioni, però, dà il suo piacere, la passeggiata si percorre in una trentina di minuti ed è ricca di spunti di visita.
Lungo questo cammino sono, infatti, numerosi templi tra cui ricordiamo lo Honen-in, il santuario scintoista di Otoyo-jinia, dove sono rimasto stupito nel vedere un tempietto dedicato ad una divinità sotto le sembianze di Topo ed un altro dedicato alla Volpe; e una deviazione la merita anche l'Eikan-jo, che con la sua pagoda in collina ci dà una bella vista sulla città.

come arrivare
si prende l'autobus n°5 dalla stazione di Kyoto o dalla stazione Keihan Sanjo, mentre si prende l'autobus n°208 dalle stazioni di Demachiyanagi e Shijo e si scende alla fermata Ginkaku-ji-michi.
orario
dalle 8,30 alle 17.
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