Storia giapponese: Periodo Edo Tokugawa (quinta parte)

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Un viaggio nel cuore del Giappone più profondo che svelerà modernità e tradizioni antiche andando fuori dalle solite rotte turistiche, senza dimenticare le mete più amate.

Il Giappone "isolato" non smette mai di studiare il suo "nemico"

rangaku

Il XIX secolo è stato per tutto il mondo un momento di grande trasformazione e rivoluzioni, con l'Europa attraversata dalle campagne napoleoniche, l'Italia che diventa unita dopo i moti risorgimentali, le Americhe che si affrancano dal loro status coloniale, gli Stati Uniti che si imbarcano in una guerra civile, fino all'imperialismo coloniale che vede gli stati del vecchio continente contendersi l'Asia dove antichi imperi, tra i quali il Giappone, devono arrendersi alla "civiltà" che avanza.
Anche se isolato dal sakoku, il Paese del sol levante non aveva mai del tutto abbandonata la curiosità nei riguardi dei barbari che venivano dal sud e così si era sviluppato il rangaku, cioè lo studio della civiltà olandese (gli olandesi erano gli unici europei ad avere il permesso di contatti a Nagasaki), con particolare riferimento alla medicina, alle scienze e alle caratteristiche della lingua.
Le testimonianze dei naufraghi, venuti a contatto col mondo occidentale in trasformazione, che avevano riferito in patria dei prodigi tecnologici raggiunti dalle nazioni che li avevano ospitati e la così detta prima guerra dell'oppio tra Cina e Gran Bretagna, che aveva visto l'impero del dragone sottomesso economicamente con la cessione poi di Hong Kong, fecero "drizzare le antenne" in Giappone dove si iniziò a studiare l'occidente così da eguagliarlo e non esserne travolto.

L'arrivo degli stranieri nel Paese del Sol levante

Samurai Satsuma

Navi russe, inglesi e statunitensi tentarono, con diversi escamotage, di forzare il blocco, visto che le rotte nipponiche e i prodotti del sol levante costituivano un potenziale mercato in cui inserirsi, ma il timore degli "stranieri" fece resistere i governi shogunali.
Questo periodo è conosciuto come bakumatsu, cioè il momento della fine del bakufu, e va dal 1853 al 1868; in questi anni si susseguono tre shogun, il primo dei quali, Tokugawa Iesada, si trova a dover fare i conti con lo statunitense commodoro Perry che, memore degli smacchi subiti da chi lo aveva preceduto nel tentativo di aprire vie commerciali col Paese del Sol levante, si ancorò con quattro navi da guerra nella baia di Edo. Da qui inviò un messaggio in cui si intimava al Giappone di aprirsi al mondo e in cui continuava dicendo che sarebbe tornato l'anno seguente per aver risposta. Fu così che il Giappone decise, ob torto collo, di avvicinarsi all'occidente per non fare la fine della Cina o delle Filippine.
Anche se, in un primo momento, i consiglieri dello shogun furono riottosi, dopo aver parlato con gli americani, capirono che l'unica soluzione per non essere travolti era quella di aprire nuovi rapporti commerciali ed uguagliare l'occidente, anche se in questa prima fase furono stipulati dei contratti ineguali, come era avvenuto in Cina, dove le potenze occidentali si erano imposte imperialisticamente.

Ostlità ed aperture verso gli stranieri nel Giappone del XIX secolo

Manifesto propaganda anti stranieri Giappone

La morte dello shogun, nel 1858, e la nomina di un infante, Iemochi, dà però spazio ai partiti anti-occidentali che si alleano con la famiglia imperiale; il giovane Tokugawa, in proposito, è obbligato a sposare la sorella dell'imperatore, mentre alcuni episodi cruenti da parte di samurai contro gli stranieri culmineranno in vere e proprie ribellioni che coinvolgeranno, nel 1862, gli esponenti del potente clan Satsuma (che aveva le sue basi nei pressi di Kakoshima) e di altri. Episodi eclatanti sono costituiti dall'aggressione nei confronti della delegazione inglese a Yokohama ad opera dei Satsuma e dal bombardamento nei confronti di mercantili inglesi effettuato da cannoni posti nello stretto di Shimonoseki appartenenti al clan Choshu.
A questi atti ostili gli europei risposero dopo poco con una rappresaglia, cannoneggiando il porto di Kagoshima e distruggendo le basi poste nei domini degli Choshu.
La politica del giovane Tokugawa è guidata da Yoshinobu, zio reggente il quale ha un atteggiamento filo europeo e riesce ad avere la meglio sui clan ribelli anche grazie all'aiuto della Francia; Iemochi, però muore nel 1867 è lo stesso Yoshinobu a succedergli.
Questo è il momento in cui la pirocorvetta Magenta porta la prima delegazione del giovane regno d'Italia a prendere contatti con l'impero del Crisantemo, dopo essere stata all'ancora nella baia di Yokohama un paio di mesi prima di essere ricevuta in udienza dal nuovo shogun ( vedi …. e se vi interessa libro...).

La fine del Bakufu e la nascita del Giappone moderno

Hiroshige e Van Gogh

A questo punto, Yoshinobu, stretto tra l'apertura agli stranieri e i clan ribelli, spera di rafforzare lo shogunato abdicando, ma il 1868 vedrà le famiglie avversarie (Satsuma, Choshu, Tosa ed Hizen) sollecitare, a Kyoto, l'imperatore Mutsuhito affinchè riprendesse in mano le redini del gioco. Protagonista di questa rivoluzione filo imperiale sarà anche il giovane Eto Shinpei che, guidando le sue truppe dalla provincia di Saga nel Kyushu, appoggerà l'imperatore favorendo la riuscita del cambio di regime.
A questi fatti seguirà un ultimo tentativo di riportare in piedi il potere shogunale da parte delle forze ancora fedeli ai Tokugawa che, però, saranno sconfitte nei pressi di Kyoto. La capitale imperiale dopo questi avvenimenti verrà portata ad Edo che muterà il nome in Tokyo (capitale dell'est).
Finisce così l'epoca storica detta Edo-Tokugawa e inizia il periodo Meiji, dal nome postumo dell'imperatore, imposto all'epoca secondo quanto dettato dalla religione buddista, e Meiji in giapponese significa proprio periodo del regno illuminato.
Questo periodo di sconvolgimenti sarà molto vivace in campo storico artistico, visto che è adesso che la pittura giapponese raggiunge le sue vette e che Katsushika Hokusai ci ha regalato le 36 vedute del monte Fuji ( che poi in realtà furono 46), o Hiroshige le stazioni del Tokaido che tanto influenzeranno l'arte occidentale del secolo XIX, dagli impressionisti a Van Gogh (come ben si nota dall'immagine proposta a fianco).

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