Storia Giapponese: il periodo Nara

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Un viaggio nel cuore del Giappone più profondo che svelerà modernità e tradizioni antiche andando fuori dalle solite rotte turistiche, senza dimenticare le mete più amate.

La capitale del Giappone si trasfresisce a Nara

Primo viaggio in Giappone, Parco di Nara

Nel 710 la capitale del Giappone è spostata da Fujiwara a Heijōkyo (Nara) con un grande impegno di mezzi che, in due anni, permisero di trasferirvi l'intera corte con tutti i suoi orpelli.
La città fu ampliata su emulazione della capitale cinese del tempo Chang'an, corrispondente all'odierna Xi'an, seguendo lo schema di una pianta rettangolare o meglio quasi quadrata visto che i suoi lati misuravano 4,3 e 4,8 chilometri al cui interno erano il palazzo imperiale, gli uffici amministrativi e le residenze dei ministri e dei funzionari, ed anche le dimore dei così detti funzionari senza titolo, oltre che quelle delle classi più popolari.
Questa struttura urbanistica rispettava la divisione in classi sociali del tempo tanto è vero che, ancor oggi, visitando Nara, si può notare che, al fianco del Parco dei Cervi che ospita i templi più importanti e i siti imperiali, si estende il quartiere Naramachi che era popolato dai mercanti.

La prima vera città giapponese, ricca di giardini, orti e grandi templi

Le abitazioni della capitale, l'unica vera città dell'arcipelago giapponese in quel periodo, avevano tutte un pozzo e si differenziavano solamente perché avevano un giardino più o meno grande: gli spazi destinati al ministro della destra erano, infatti, di circa un ettaro, quelli dei semplici funzionari non superavano i 40 metri-quadrati e, se i giardini dei nobili erano luoghi utilizzati soltanto per un ameno svago, spesso i piccoli appezzamenti delle dimore più popolari ospitavano un orticello per arricchire un po' la mensa.
Le famiglie nobiliari spostano i grandi templi, che facevano capo a speciali sette, a Nara dove, attualmente, si può visitare il Kofuku-ji tempio dei nobili Fujiwara, mentre nei dintorni è stato ricostruito in seguito ad un incendio l'Horyuji (la cui forma risale al 710) e più di 40 edifici religiosi sono di nuova costruzione come il Todai-ji che nel 750 era arrivato ad ospitare più di 5000 monaci.
In questo tempio fu eretto il Daibutsu, una statua in bronzo del Budda alta 14 metri, un vero spettacolo di potenza, che prosciugò quasi le casse delle stato e che venne costruita per volere dell'imperatore Shomu ed inaugurata dall'imperatrice Koken davanti a delegazioni provenienti, oltre che dalla Cina e dalla Corea, dall'Indonesia, dall'India e da tutta l'Asia.

Uno stuolo di principi mandati alla conquista del nord del Giappone

Dal punto di vista sociale si assiste, in questo periodo, ad un parziale indebolimento delle regole della riforma Taika che abolivano la proprietà privata, per cui vengono promosse bonifiche per sfamare la crescente popolazione ed i territori recuperati sono donati a chi li dissoda e prosciuga, prima per tre generazioni e poi per sempre, inoltre sono esentati dalle tasse.
La famiglia imperiale, intanto, aveva visto crescere il numero dei suoi componenti dato che l'imperatore nipponico era poligamo ed aveva più mogli oltre uno stuolo di concubine; tutti i figli, in un modo o nell'altro, erano legittimati e così sono tanti i principi che spesso erano inviati ai confini settentrionali dove, ottenuto un cognome (la famiglia imperiale non ha cognome), fondano dei domini sui quali regnano di fatto.
E' in questo periodo che iniziano scontri con le tribù del nord, gli Ainu, abitanti autoctoni del nord dell'isola di Onshu e di Hokkaido ed è allora che viene abolita la proscrizione obbligatoria in favore di un esercito di professionisti dai quali deriveranno i samurai.

Il potere del Sol Levante nelle mani dei monaci buddisti

L'imperatore Shomu, che non aveva avuto figli maschi, designa, come principe ereditario, la figlia Abe che sale al trono col nome di Koken; dopo 9 anni di regno l'imperatrice abdica in favore del cugino, ma di fatto continua a governare, finché, nel 760 scampa ad una grave malattia ed il merito della guarigione è attribuito al monaco buddista Dokyo. Il sacerdote iniziò ad influenzarla per portare il potere nelle proprie mani e fu così che la donna obbligò l'imperatore ad abdicare in suo favore. La principessa assunse nuovamente la carica imperiale con il nome di Shotoku, ma quando Dokyo cercò di impossessarsi lui stesso del titolo imperiale fu fortemente ostacolato dal clan Fujiwara e dalla corte che non tolleravano che un uomo comune potesse diventare imperatore.
Con la morte della sovrana, nel 770, anche le sorti del monaco caddero in disgrazia. A Nara la corte era in balia delle pressioni dei monasteri buddisti e così, non appena salì al trono un imperatore che riprese nelle sue mani il potere in modo saldo, con il pieno appoggio del clan Fujiwara, fu deciso di spostare la capitale altrove dando origine ad un'altra era della storia giapponese.

La nascita delle arti giapponesi

Primo viaggio in Giappone, Parco di Nara

Il periodo Nara è quello in cui si assiste alla nascita dello stato giapponese ed è in questo momento che, staccandosi dalle influenze provenienti dalla Cina, si raggiunge la piena "giapponesità" nelle varie arti e l'architettura civile presenta adesso gli aspetti peculiari nipponici ed è seguita anche da quella religiosa come avviene per i santuari della religione shitoista, ma, anche se in modo meno chiaro, di quella buddista.
La letteratura, oltre alle opere di storia di cui ho già parlato, ci ha lasciato una raccolta poetica, il Man'yoshu, che contiene 4500 poesie, sopratutto waka (dal metro 5/7/5/7/7/) scritte da imperatori, aristocratici e cortigiani che ci danno un'idea di quanto fosse raffinata la vita a corte, mentre in Europa eravamo nel medioevo più buio, alle soglie del risveglio carolingio.
Per vivere questo periodo storico è indispensabile compiere un'escursione a Nara, passeggiare nel parco dove, da quei lontani tempi, vivono indisturbati più di mille cervi imperiali, ammirare la grandezza del Todaiji e del suo grande Budda e andare a vistare i suoi musei, quanto meno quello del Kofuku-ji che è piccolo e che dà l'idea dell'altezza artistica del periodo, oltre il già citato Horyuji e nell'occasione spingersi nella bella campagna fino al Muroji ed al Yakushiji.

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