Takasaki, la terra dei Daruma

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Un viaggio nel cuore del Giappone più profondo che svelerà modernità e tradizioni antiche andando fuori dalle solite rotte turistiche, senza dimenticare le mete più amate.

Ad un'ora da Tokyo un Giappone tradizionale e poco turistico

Takasaki, Giappone

La città di Takasaki è nella prefettura di Gunma e si trova a 50 minuti di treno shinkansen dalla stazione di Tokyo, tant'è che non sono pochi coloro che tra i suoi abitanti (circa 370.000) fanno i pendolari con la grande capitale dello stato e può essere un'interessante parentesi per coloro che in viaggio in Giappone vogliano smarcarsi un po' dalle rotte più inflazionate dal turismo di massa, sia per una gita andata e ritorno da Tokyo che per una tappa se si è diretti verso Niigata o Nagano.
Se in Giappone dite Takasaki chiunque vi risponderà: Daruma, sì perché è qua che le famose "bambole porta fortuna" hanno la loro maggiore produzione, pensate che circa l'80% della manifattura di queste è fatta qua, pare, infatti, che il clima asciutto nel periodo invernale abbia incentivato gli abitanti del posto a dedicarsi a questa attività durante quelli che erano i mesi di stop invernali dalla lavorazione dei campi.

Takasaki la patria dei Daruma

 Daruma, Takasaki, Giappone

Per coloro che non sono molto addentro alle questioni giapponesi apriamo una parentesi, doverosa, su chi sia questo Daruma. Bodhidharma (detto dai giapponesi Daruma) era un nobile indiano del VI secolo che portò il suo particolare buddismo, lo zen per l'appunto, in Cina ove poi morì. La sua filosofia come sapete ha avuto poi in Giappone una sua particolare fortuna ed il suo fondatore è diventato un vero e proprio "santo" a cui si ascrivono numerosi aneddoti leggendari tra cui quello di aver meditato per tanti anni, fino a quando non ha perso gambe e braccia, o quello di essersi risvegliato un giorno dalla sua meditazione e per rabbia si narra si sia strappato le palpebre le quali gettate al suolo fecero nascere la pianta del tè, che appunto sorregge la veglia. Questi particolari li troviamo riportati in questa bambola, che è per l'appunto senza arti e senza occhi... La tradizione vuole che quando si prende un Daruma si esprima un desiderio e si disegni un occhio (a volte è il Bonzo che lo disegna) e poi a desiderio realizzato si disegni l'altro occhio e dato che per far avverare le cose spesso ci vuole, oltre al fato, anche il darsi da fare, alcuni Daruma hanno la caratteristica di rimanere in equilibrio e se spinti tornare nella posizione di partenza, così da assurgere a simbolo di tenacia.

Il tempio dove dormono i Daruma

 Daruma-ji, Takasaki, Giappone

Qua a Takasaki oltre a tanti laboratori artigianali che sfornano Daruma c'è anche il loro tempio il Shorin-zan Daruma-ji, i cui padiglioni attuali sono posteriori al 1881 quando un incendio doloso lo ha spazzato via, assieme ai suoi archivi ove si parlava della fondazione del medesimo che rimane così avvolta nel mistero, anche se si sa che esso esisteva già dal XVII secolo. Si dice, infatti, che un bonzo di nome Shinetsu qua iniziasse a distribuire come talismani nel 1667 degli omamori raffiguranti Daruma, mentre pare che si iniziasse a fabbricare le famose bambole nell'anno 1800 quando in seguito ad una carestia i religiosi del Daruma-ji insegnarono agli abitanti del posto come realizzarli utilizzando la cartapesta montata su un'anima di legno, è da questo momento che le nostre "bambole sacre" hanno iniziato ad aver successo e hanno preso campo in tutto il Giappone.
Il tempio sorge in campagna ed è caratterizzato da migliaia di Daruma che qua sono accatastati attorno ai padiglioni, questo simulacro, infatti, dopo un anno dal momento della sua attivazione per la realizzazione di un desiderio, sia che esso sia avvenuto, sia che sia rimasto tale, andrebbe fatto bruciare dai bonzi, e così molti di coloro che qua magari hanno preso il proprio, qua lo riportano. Se avete un Daruma in casa, magari come ricordo di una vostra vacanza non preoccupatevi e continuate pure a custodirlo tra i vostri cimeli di viaggio.
Nei pressi del tempio troviamo la casa che si costruì ed abitò per tre anni il grande architetto tedesco Bruno Taut che qui si ritirò per la prima parte del suo esilio, anche se, i suoi progetti, non trovarono in Giappone una realizzazione vera e propria, ma comunque lo stesso poté assorbire elementi di architettura giapponese che furono sintetizzati nel suo modo di concepire gli spazi. Oltre a questa, dietro il parcheggio dei bus vicino agli edifici del Darumaji è anche un Kofun, una tomba a tumolo risalente al VI secolo circa.

Il posto giusto per prendere il proprio Daruma

Laboratorio Daimonya, Takasaki, Giappone

Per raggiungere il Daruma-ji dalla stazione JR di Takasaki potete prendere un treno per Gunma Yawata e poi fare una passeggiata di 1,5 km. Più o meno a metà strada, magari al ritorno, potreste fermavi presso Daimonya che è uno dei laboratori di produzione di Daruma più importati, qua noi abbiamo fatto l'esperienza di dipingere i nostri (ne abbiamo presi tre uno verde, uno bianco ed uno rosso, in un momento di patriottismo), ed abbiamo avuto modo di colloquiare un po' con il loro maestro, il signor Sumikazu Nakata che era molto fiero di aver regalato i suoi daruma a grandi personaggi del secolo scorso come Papa Giovanni Paolo II o lady Diana e ci ha detto della loro grande produzione oltre che ci ha insegnato, facendoci vedere, come decorarli.
Per noi occidentali, o almeno per me, però il pennello usato era davvero troppo lieve e così tra indecisione e poca perizia il risultato è stato poco soddisfacente, mentre Yumiko ha fatto qualcosa di meglio. Se volete fermarvi là potrete acquistare un Daruma e se volete fare l'esperienza di dipingere il vostro potete prenotarla dal loro sito web, il tutto vi porterà via una mezz'ora ed il costo parte da ¥800.

Una filanda di seta patrimonio dell'umanità

Tomioka Silk Mill, Giappone

Un'altra visita che potete mettere in conto nel vostro esplorare il Giappone meno battuto dal turismo di massa è quella al paese di Tomioka ove sorge un "antico" opificio tutelato addirittura dall'UNESCO come patrimonio dell'umanità. Qua, infatti sorge la prima filanda meccanizzata per la realizzazione di filo di seta del Giappone, vero simbolo della modernizzazione di tale Paese nel XIX secolo.
Come sapete nel così detto periodo Meiji il Giappone usciva da un'era di isolamento e per non farsi schiacciare dalle potenze occidentali dovette rimettersi preso al passo coi tempi, fu così che a seguito di una malattia che faceva morie i bozzoli del baco da seta in Europa ci fu una maggiore richiesta di filato verso oriente, ed essendo il Giappone già noto per i suoi prodotti (fino a quel momento filati a mano) si pensò di mettere in piedi un'industria statale per compiere la filatura in maniera meccanizzata. Per far ciò furono chiamati esperti dall'Europa, sopratutto dalla Francia. Nel 1871 iniziarono i lavori e già l'anno dopo era partita la produzione.
Se amate la storia e i siti industriali è una tappa da percorrere, qua, infatti, troverete gli edifici della fabbrica (che è stata in attività fino al 1987) integri sia all'esterno che all'interno. Pensate che la fabbrica ospitava fino a 500 ragazze che lavoravano a 300 macchine filatrici, un numero doppio rispetto agli opifici europei del periodo. All'inizio della produzione una strana storia si era creata attorno alla fabbrica, si raccontava che gli stranieri che la soprintendevano bevessero il sangue delle ragazze che vi lavoravano, questo perché, da bravi francesi, essi si erano portati scorte di vino rosso che a quel tempo era bevanda sconosciuta in Giappone. Fu per questo motivo che i primi investitori, esponenti di facoltose famiglie nipponiche vi mandarono a lavorare, come esempio le proprie figlie. Le ragazze che furono impiegate qua godettero di certi benefici impensabili nel Giappone del XIX secolo, cioè dei turni di lavoro di otto ore, la domenica libera, due periodi di dieci giorni di ferie, un discreto stipendio con vitto ed alloggio oltre a cure ospedaliere e medicinali gratuiti.
Tomioka è un paese di circa cinquantamila abitanti dove si respira l'aria rarefatta della provincia giapponese e dove alcuni negozi sono rimasti al secolo scorso che potrete divertirvi ad esplorare nella breve passeggiata da percorrere tra la stazione e il sito della "Fabbrica di seta". Per arrivare da Takasaki, si prende la linea privata Joshin Dentetsu, circa 40 minuti di trenino per Joshu Tomioka. Se volete potete fare un biglietto comprendente sia il viaggio di andata e ritorno che l'accesso al sito UNESCO andando a spendere ¥2140 contro gli ¥2580 che spendereste a fare i biglietti separatamente.
Queste mete si possono raggiungere in treno adesso anche con il conveniente e comodo Hokuriku Arch Pass.
Galleria fotografica poco sotto!!

come arrivare
Da Tokyo linea Hokuriku Shinkansen per Kanazawa scendere a Takasaki.
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