Storia giapponese: Periodo Edo Tokugawa (seconda parte)

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Nasce una nuova capitale Edo, l'odierna Tokyo

L'epoca Edo, dal nome della capitale del bakufu, cioè dello shogun, dura dal 1603 al 1868, un periodo di 260 anni che hanno dei punti comuni, ma anche tanti differenti, per cui non è facile farne una narrazione puramente cronologica.
Macroscopicamente possiamo individuare due momenti (il primo dal 1603 alla metà del XVII secolo e il secondo che arriva fino al 1868) durante i quali la società e l'economia, da prettamente agricolo-guerriera, si trasformano in urbana e borghese, coltivando in sé i semi della rivoluzione Meiji che porterà forzosamente nel mondo moderno il Giappone nel secolo XIX. Alla morte di Ieyasu, nel 1616, gli succede sul trono shogunale il figlio Hidetada che, nel 1623 abdica, in favore del figlio Iemitsu, continuando di fatto a controllare il governo fin quando non muore nel 1632.

I Tokugawa, sovrani e protettori del Paese del Sol Levante

Durante il governo di Hidetada, il cristianesimo è definitivamente messo al bando nel 1622 ed ulteriormente perseguitato. Sarà dal 1633 al 1643 che Iemitsu porta realmente a termine i piani di potere del nonno ponendo regole precise per la dimora ad Edo dei daimyo, limitandone il numero dei soldati in relazione all'importanza del feudo a loro assegnato ed è lui in pratica che salda le basi per la durata della pace e del "regno" Tokugawa.
Il bakufu ha il controllo diretto dell'insieme di feudi più grande e redditizio ed ha il primato sugli altri grazie al controllo delle principali miniere d'argento e delle città più importanti: Osaka che gestisce i traffici interni, Nagasaki che ha il monopolio dei commerci con l'estero (anche se ridotti, sempre fruttuosi per chi li controlla), Kyoto che è la capitale dello stato imperiale, oltre che Edo dove lo shogun risiede come un vero sovrano del Sol Levante.
Iemitsu si affidò ai sacerdoti per trovare il luogo opportuno ove porre la tomba del nonno, vero padre della patria, la cui anima avrebbe dovuto bloccare gli spiriti malvagi provenienti dall'ovest. La sede del mausoleo fu individuata in Nikko dove i migliori intagliatori dell'epoca, in due anni, portarono a termine l'immenso santuario , ricco di intagli sfarzosi per i loro colori, cinesizzante nello stile, quasi barocco in contrasto con la linearità nipponica che stava prendendo forma proprio in quel momento, come testimonia la villa Imperiale di Katsura. (Iemitsu là farà realizzare anche il proprio mausoleo, più piccolo ma forse ancor più bello di quello del nonno proprio a Nikko).

Il Giappone si chiude in se stesso

Sarà nel 1641 che Iemitsu, per controllare ancor di più la situazione, chiuderà il paese al mondo con il sakoku (paese incatenato), cioè il divieto per i Giapponesi di lasciare il proprio paese e per gli stranieri di soggiornarvi senza permesso pena la morte...comunque lo shogun lascia degli spiragli per i commerci, anche se molto stretti e sarà soltanto nel 1856 che questa legge sarà rivista.
Quando lo shogun muore, nel 1651, il bakufu è saldo ed il titolo sarà ereditato dal figlio Ietsuna che però ha 10 anni e quindi è messo sotto tutela da Hoshina Masayuki; anche quando l'età glielo consentirà, però, farà governare un consiglio di saggi; muore senza figli e lo scettro shogunale passa al fratello Tsunayoshi che riprende il controllo diretto del Bakufu. Gli anni che vanno tra il 1688 ed il 1704 sono conosciuti come "era Genroku" e sono caratterizzati da una grande crescita delle città ed un forte slancio culturale.
Costituiscono, forse, il clou dell'epoca Edo con una grande sviluppo della classe borghese e dei commerci interni che si effettuano lungo costa e sono incrementati grazie alla creazione di una serie di strade (che collegano la capitale con il resto del paese così da favorire il cammino dei daimyo dal loro feudo alla capitale), la più famosa delle quali è sicuramente il Tokaido, la via che collega Kyoto a Tokyo, che all'epoca viene appunto prolungata fino ad Osaka.

Uno shogun che amava più i cani degli uomini porta il Giappone in crisi economica

Si dice che Tsunayoshi fosse fissato coi cani, tanto che ne aveva 50.000 nel castello di Edo e da istituire pene severissime per chi li maltrattasse (ed a chi faceva male agli animali in genere), infatti un sacerdote gli aveva detto che non riusciva ad avere prole maschile perché aveva maltratto un cane in un altra vita oltre ad essere lui stesso nato sotto il segno del cane dell'oroscopo cinese. Pare, poi, che questo shogun si lasciasse andare ad un vita dissoluta e lussuosa in contrasto con le regole di morigeratezza che imponeva sul paese, dove le miniere d'oro ed argento sotto il controllo dei Tokugawa si stavano esaurendo... .
E' così che dal 1705 si assiste ad una vera crisi economico finanziaria, mentre le sorti della nazione sono messe dallo shogun sempre più in mano al gran ciambellano Yanagisawa e al ministro Ogiwara. Quest'ultimo mantiene il controllo dello shogunato anche alla morte di Tsunayoshi, durante il governo di Ienobu che è l'ultimo dei suoi figli. Ienobu lascia il passo, già nel 1712, a Ietsugu il figlioletto di tre anni, affidato al tutore Arai Hakuseki che cerca di promuovere la svalutazione della moneta, essendo la crisi finanziaria, legata alla mancanza di metalli preziosi, ormai pesante, ma questa è osteggiata dalle gilde dei mercanti e degli orefici. Per tale motivo, si cercò di restringere ancor più l'emorragia di metalli preziosi verso l'estero limitando a 2 navi olandesi e 30 cinesi all'anno i commerci dal porto di Nagasaki.
Ietsugu muore di malattia e così si estingue il ramo diretto di Iemitsu per cui sale al comando un esponente dei Tokugawa di Kii, nipote del decimo figlio di Ieyasu.

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