Il pellegrinaggio degli 88 templi in Shikoku

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Un viaggio nel cuore del Giappone più profondo che svelerà modernità e tradizioni antiche andando fuori dalle solite rotte turistiche, senza dimenticare le mete più amate.

Analogie tra Italia (Occidente) e Giappone (Oriente)

Pellegrinaggio degli 88 templi Shikoku, Giappone

Camminando per le strade del Giappone, da solo o in compagnia della mia Yumichan, in questi miei primi dieci, sempre più lunghi ed intensi, soggiorni non ho potuto fare a meno di notare come, pur essendosi sviluppato in modo singolare ed isolato, il nostro amato Sol Levante nella sua enorme diversità col mondo occidentale e ancor più mediterraneo, italiano, presenti alcuni analogie, come se gli uomini arrivassero a medesime conclusioni passando da vie differenti.
E' così che mi sono accorto, dopo tante visite e dopo aver ammirato molta arte statuaria buddista, di come le raffigurazioni si somigliassero a quelle cristiane che tanto avevo studiato negli anni deputati in modo canonico alla formazione, notando che come nelle nostre pale d'altare che, dal medioevo in poi, hanno decorato le nostre chiese mettendo al centro magari la Vergine Maria ed al suo fianco una serie di santi così ho visto il nostro Budda circondato da bosatsu, cioè coloro che nella via del buddismo sono arrivati alla fase del risveglio, ma ancora non sono diventati essi stessi Budda, messi appunto a proteggere, sorreggere nei propri compiti, la divinità principale stessa. Il buddismo giapponese mi sono poi accorto che presenta anche altre analogie con lo spirito religioso a noi più vicino culturalmente ed una di queste è senz'altro il pellegrinaggio degli 88 templi di Shikoku i cui devoti camminatori si appellano: O-Henro.

Buddismo, Shintoismo due religioni complementari nel Sol Levante

Pellegrinaggio degli 88 templi Shikoku, Giappone

Il Buddismo è arrivato in Giappone dalla Corea in uno scambio di doni tra sovrani; è arrivata, infatti all'imperatore del Sol Levante una statua ed una lettera che era un vero libretto delle istruzioni per avvicinarsi al nuovo credo utile per il buon governo.
Per i primi secoli il culto del Budda è stato una religione apprezzata e praticata solo dalle classi più alte, mentre il popolo continuava a praticare la religione dei padri quella che ha preso il nome di Shintoismo, più legata alla natura, all'agricoltura, alla buona sorte.
Nel secolo VIII nasce a Zentsū-ji nella prefettura di Kagawa (Shikoku) il bonzo Kukai, figlio del bonzo del tempio e quindi destinato alla carriera di "prete", costui, distinguendosi tra i vari, partecipò ad una missione in Cina a cui aveva preso parte un altro monaco già importante di nome Saicho, che, di poco più grande di lui, aveva il suo seguito alle orecchie dell'imperatore, lo scopo del viaggio era mettere fine alle dispute che imperavano a Nara (la prima capitale stabile dove erano grandi templi) nell'interpretare la via del Budda...un corso d'aggiornamento, in pratica.
Tornati in Giappone Saicho portò avanti la setta Tendai dal monte Hiei, mentre il nostro Kukai dette vita alla Shingon dando una prima parvenza più popolare a questo culto sincretizzando i Kami, gli Dei dello Shintoismo, al Buddismo vero e proprio e pose la sua sede principale sul Koya-san, dove una volta morto (anzi si dice che esso sia vivo in eterna meditazione) assunse un livello di santità ed il nome postumo di Kobo Daishi...e così attorno a questa figura, come in Europa attorno alla figura dei santi, nacque il fenomeno dell'O-Henro, cioè dei pellegrini che ricercano sè stesti sulle orme del nostro Kukuai, andando in visita di posti a lui cari.

O-Henro pellegrini nelle strade del Giappone

Pellegrinaggio degli 88 templi Shikoku, Giappone

E' così che già nel periodo Heian (IX-XII secolo) troviamo dei pellegrini fedeli che percorrono una via fisica e spirituale toccando i luoghi dove la leggenda voleva che Kobo-Daishi nell'isola di Shikoku avesse fatto l'una o l'altra cosa, un percorso circolare che parte dalla Prefettura di Tokushima dove è il tempio numero uno il Ryozen-ji fino all'ottantottesimo l'Okubo-ji (Kagawa) per una via di 1200Km alla quale in molti mettono una visita in inizio e fine al monte Koya giungendo fino alla tomba mortale di Kukai.
Certo staremo pensando alle nostre vie di Pellegrinaggio come il Cammino di Santiago nel nord della Spagna che ancora è percorso da migliaia di pellegrini ogni anno, alla via Francigena, che era appunto utilizzata dai Pellegrini dalla Cattedrale di Canterbuy in Inghilterra fino a Roma, esse però erano strade che conducevano ad una meta finale mentre il pellegrinaggio di Shikoku è circolare così da non dover ripercorrere la stessa via.
Gli O-Henro una volta facevano questo percorso a piedi e ci mettevano i loro mesi ricercando qualcosa dentro di sè, oppure come fioretto o in memoria di un caro defunto. Parlando con il bonzo del "tempio numero sei" nella prefettura di Tokushima abbiamo avuto alcune risposte e molte spiegazioni su questo affascinante pellegrinaggio, ad esempio che non importa il mezzo che si usa per compierlo, anche se i piedi sono sempre considerati il modo più spirituale, ed è così che ci sono delle agenzie di viaggio che organizzano dei veri e propri tour della durata di una decina di giorni che con i bus percorrono le vie di Shikoku e portano i nostri O-Henro del XXI secolo sui passi di Kukai. Ci sono anche degli occidentali, che magari col buddismo hanno anche poco a che fare, che si cimentano in quest'impresa alla ricerca di sè stessi e di altri aspetti del Giappone più tradizionale, essi spesso fanno dei tratti di questo cammino e prediligono andare a piedi, infatti prerogativa del nostro percorso è anche quella di poter essere interrotto e poi ripreso in più momenti della vita, importante è arrivare in fondo.

Un'idea diversa per un viaggio in Giappone

Pellegrinaggio degli 88 templi Shikoku, Giappone

Molti templi danno (a pagamento) ospitalità ai pellegrini offrendo camere, camerette e camerate, oltre che un servizio mensa, i fedeli hanno un vestiario particolare fatto da un cappello con su scritti gli ideogrammi di Kobo-Daishi, un bastone per sorreggere il cammino, una camicia su cui si leggono frasi del buddismo Shingon, oltre ad una "collana" di stoffa che sintetizza la veste stessa del monaco buddista, poi i nostri hanno una borsa all'interno della quale si custodiscono bastoncini d'incenso, "rosari" (altra analogia) e il Nokyo-cho il libro in cui si appone il timbro del tempio e che testimonia il passaggio da esso; che se oggi è fatto come consuetudine, alla sua nascita nel periodo Edo (tra il XVII-XIX secolo il Giappone si isolò dal mondo e fu messo sotto un forte regime feudale che controllava tutti i propri sudditi, con la legge del Tochi kinbaku con cui si impediva alla gente comune di muoversi dalla propria residenza, se non per periodi limitati, perchè ciascuno in Giappone aveva, un suo ruolo e andare in giro non è utile per la comunità) era la prova che il nostro O-Henro doveva esibire per dimostrare di non essere stato a zonzo, ma di aver effettivamente fatto il pellegrinaggio.
Questo percorso fisico ed interiore è molto affascinante noi abbiamo fatto un micro assaggio di esso in un viaggio che ci ha visti a Tokushima, e sicuramente ci ha lasciato la voglia di compierlo, se non a piedi (si devono trovare almeno un paio di mesi di tempo) quanto meno in macchina, così come in automobile da ragazzo, dopo la mia laurea in Studi medievali, avevo fatto la via di Santiago alla ricerca di storia ed arte appena appresa sui libri, magari alternando dei tratti a piedi per scoprire meglio e più lentamente l'isola di Shikoku che custodisce davvero molte bellezze naturali ed artistiche.

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