Orizzonte Giappone i pensieri di un viaggiatore nel Sol levante

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Un viaggio nel cuore del Giappone più profondo che svelerà modernità e tradizioni antiche andando fuori dalle solite rotte turistiche, senza dimenticare le mete più amate.
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Scritto da dani@viaggiappone.com

Un libro per chi ama il Giappone e per chi lo voglia conoscere

Chi si occupa di viaggi e Giappone sicuramente conosce già Patrick Colgan, giornalista e scrittore bolognese, ed il suo bel blog Orizzonti, in cui ci regala il suo punto di vista sul mondo tramite i suoi viaggi e già sa che è un profondo conoscitore ed amante del Paese del sol levante, luogo di cui si è innamorato e dove torna con regolarità ed affetto tanto che, dopo sei viaggi nel nostro amato Giappone e tanti bei post ad esso dedicati sul suo blog, Patrick ha scritto un e-book dal titolo: "Orizzonte Giappone", per la casa editrice digitale goWare.
Io ho avuto la fortuna di leggere "Orizzonte Giappone" mentre ero nel Paese del sol levante, una lettura fatta di getto, che mi ha fatto compagnia per un paio di assolati pomeriggi di Ottobre a Fukuoka, ed è così che mi sono accorto di aver per le mani un testo che ti continua a far compagnia anche dopo averlo lasciato, tanto che mi sono ritrovato a pensarlo e ripensarlo, mentre coi genitori di Yumichan andavamo a fare un simpatico hanami fuori stagione in uno spettacolare campo di Cosmos (fiori variopinti), nel lento traffico del sabato pomeriggio che ci riportava in città e nelle calde vasche del nostro Onsen preferito, così da voler fermare le mie impressioni a proposito subito, quando ancora mi trovavo nel tiepido Kyushu.
Credo di aver apprezzato molto questo breve saggio, perchè mi ha dato modo di ritornare con la mente in molti dei luoghi in cui sono già stato in Giappone, dai più classici, come accanto alla statua del cane Hachiko a Shibuya (Tokyo) o nei silenzi del santuario Yasaka (Kyoto), così come nei più inaspettati come nel Giardino di muschio del Gio-ji ai margini della foresta di bambù di Arashiyama o nella remote isole di Ishigaki e Taketomi, dove probabilmente ci ha condotto lo stesso marinaio dal piede pesante sull'acceleratore. Sono certo, in ogni caso, che questa lettura sia ottimo spunto di conoscenza e riflessione per tutti coloro che hanno in simpatia il Paese del Sol levante, sia che ci siano stati, sia che abbiano nei loro sogni di andarci presto.

Viaggiare, osservare, cercar di capire il Giappone

Una cosa che mi ha divertito e fatto riflettere nella lettura di "Orizzonte Giappone" sono le diversità e le affinità dei nostri sguardi sul Paese del Sol levante (tra le tante, ad esempio quella di accorgersi che l'hanami è alla fine, oltre ad estatica ammirazione dell'effimero, una festa che può finir in baldoria e che ci mostra anche l'aspetto ludico del popolo nipponico), quello di Patrick Colgan è lo sguardo di un viaggiatore occidentale che esplora, osserva, cerca, ammettendo anche di non riuscirci fino in fondo, di capire ciò che gli si presenta (non è per nulla facile per uno straniero capire il Giappone), le situazioni, le persone, i luoghi, e lo fa sempre senza dimenticarsi le sue origini e senza cadere in eccessivi fanatismi o ardori orientalistici, ed è qua che c'ho rivisto molto del mio approccio al Sol levante, mentre, di contro, ho invidiato la grande libertà ed il punto di vista esterno che fu dei grandi antropologi del XX secolo, che spesso forse manca al mio Giappone, che sovente visito ed esploro sotto la guida della nostra Yumichan, che essendo giapponese (anche se tanto italianizzata) viaggia, ovviamente da Giapponese, cercando di non lasciare mai nulla, o quasi al caso, d'altronde in un Paese dove la natura può essere tanto imprevista e violenta si cerca di prevenire ogni danno, ed alla fine ogni cosa.
Ed è così che ho potuto vedere nel viaggio introspettivo che Patrick Colgan fa nel Sol levante dei passi che forse avrei fatto anch'io se avessi viaggiato da solo o con altri occidentali ed ho trovato spunti per prossimi approcci col Giappone, come nelle belle pagine in cui ci racconta la visita nel Tohoku ancora martoriato dallo tsunami del 2011 o tra i ghiacci di Hokkaido nella remota penisola di Shiretoko, dove il nostro Patrick si è recato in solitaria per un trekking e che Yumichan ha visitato coi genitori in autobus in una gita alla giapponese, cioè molto più comoda ed organnizzata, ma sicuramente meno libera.
Un altro aspetto, davvero divertente per il lettore di questo e-book, è l'amore che l'autore mette nel descrivere il cibo giapponese, ho provato le stesse sensazioni nell'addentare un "vero" gyosa, fatto a mano, o nella scoperta della cucina di Ishigaki, o nel gustare il denso brodo dei ramen, d'altronde un paese si conosce fino in fondo se si mangia come chi lo abita e ci si lava i denti col loro dentifricio (per citare una cara amica che scrive un bel blog di viaggi).
Detto questo dopo un mese in Giappone, dove il pane a tavola non c'era, ma al suo posto si trovava il gohan (il nome del riso da cotto) dove il sale dava il passo alla salsa di soia, dove i formaggi fermentati ed i prosciutti erano alieni dai piatti locali, mentre si gustava ottimo e lieve tofu e dove carne e pesce andavano a braccetto nello stesso pasto, quando non addirittura nello stesso piatto, spero (speriamo anche Yumiko ne sarebbe lieta) di poter conoscere personalmente Patrick, in Italia visto che viviamo semplicemente i versanti differenti delle stesse montagne, davanti ad un piatto di tortellini e un bicchiere di lambrusco o una bistecca di chianina accompagnata da un buon chianti (o se il caso lo volesse in Giappone gustando una ciotola di vero ramen, magari nella nostra Fukuoka).

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