Due chiacchiere sui manga: i fumetti giapponesi specchio della cultura pop del Sol Levante

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Un viaggio nel cuore del Giappone più profondo che svelerà modernità e tradizioni antiche andando fuori dalle solite rotte turistiche, senza dimenticare le mete più amate.

I progenitori dei fumetti Giapponesi

Fumetti in Giappone

Oggi vorrei parlare di fumetti giapponesi, i famosi “Manga”, argomento imprescindibile per capire al meglio la cultura nipponica, pur non essendo né io né Yumichan fruitori di questo genere d'arte pop che tanto ha fatto conoscere il Paese del sol levante nel mondo. Mi scuso, dunque, con chi è esperto in materia se tratterò l'argomento da curioso divulgatore, anche se di anime cioè dei cartoni animati giapponesi, che spesso derivano da un fumetto, posso dirmi “esperto”, almeno per la programmazione abbondante giunta in Italia tra la metà degli anni settanta e ottanta.
La parola “Manga” viene utilizzata per la prima volta dal famoso pittore Katsushika Hokusai che se ne serve nel 1814 per indicare la sua produzione di schizzi e raffigurazioni, ma il gusto di rappresentare racconti e narrazioni, aiutandosi con le figure, è più antico. Alcuni studiosi, infatti, ne vogliono trovare il progenitore nei famosi rotoli del Choju (secolo XII) custoditi al Konzanji (che ho avuto la fortuna di vedere l'ultima volta che sono andato in Giappone) dove l'umanità è raffigurata distorta in figure zoomorfe.

La nascita dei manga

Fumetti in Giappone

Sicuramente il gusto per una letteratura raffigurata, in Giappone, lo troviamo già nel XIV secolo con gli Otogizōshi (libri di compagnia) che contenevano fiabe popolari di diletto oltre che didattiche destinate ad una rappresentazione in piazza, e che nei primi anni del '700 furono ad Osaka editi accompagnanti da figure in supporto al testo e che fecero da precursori agli Ukiyo-zōshi, che sono i libri della cultura del mondo fluttuante (Ukiyo-e) della società borghese e popolare del tempo e che, con le loro illustrazioni, aiutavano nella lettura un pubblico non totalmente alfabetizzato (Katsushika Hokusai sarà, appunto, una delle massime punte di questo tipo di pittura).

Come i manga entrano nella vita di tutti i Giapponesi

Fumetti in Giappone

Ma il vero fumetto giapponese, quello che conosciamo tutti, nasce all'indomani della fine della seconda guerra mondiale quando, nell'edizione di Osaka del quotidiano Shokokumin shinbun, vengono pubblicate le strisce del diario di Ma-chan ad opera di un giovanissimo Osamu Tezuka. Egli sarà poi anche il primo disegnatore di un cartone animato giapponese con le avventure di Astroboy (Tesuwan Atom), per cui si guadagnerà l'appellativo di dio dei manga. In Italia abbiamo avuto modo di guardarci le opere di Osamu Tezuka nei pomeriggi in tv degli anni '80 del novecento, non lo sapevamo, ma suoi erano Kimba, il leone bianco e la Principessa Zaffiro.
Sempre nell'immediato dopoguerra, una fumettista di Fukuoka, Machiko Hasegawa dà alla luce una striscia, su di un giornale locale, le strorie di Sazae-san manga che ha un buon successo tanto da seguire l'autrice a Tokyo in una testata nazionale, è poi nel 1969 che queste storie vengono trasposte in un anime facedone il più longevo di tutti i cartoni animati, infatti esso è ancora in onda nei canali Giapponesi (con circa 7000 episodi ) così con le avventure della faiglia Sazae possiamo sorridere nell'evoluzione sociale nipponica dal dopo guerra ad oggi.
E' così che, poi, gli anni 50-60 vedono il crescere di riviste che raccolgono più strisce, fino ad arrivare alla nascita di veri e propri albi pensati per uomini, donne, ragazzi e ragazze...
In Giappone, infatti, i fumetti li leggono in molti ed a prescindere dall'età, tanto è vero che grandi sono i numeri del business ad essi legati. Il fatto non mi stupisce più di tanto essendo cresciuto con un babbo che tutt'oggi compra e colleziona fumetti con i quali cavalca nelle praterie o si rilassa grazie ai paperi Disney, che sono, alla fine, l'unico tipo di strisce che io abbia amato.
Pensate che una decina di anni fa le case editrici fatturavano in proposito attorno ai 500 miliardi di Yen (quattro miliardi di euro) soltanto per il consumo interno del Giappone.

Manga ed anime conquistanno il mondo intero

Fumetti in Giappone

Dagli anni settanta il mondo del fumetto giapponese ha varcato i propri confini con le avventure di Gen dai piedi scalzi, un ragazzo che vive all'indomani degli orrori della bomba atomica di Hiroshima. E' così che il mondo dei manga è divenuto conosciuto in tutto il mondo ed apprezzato da tantissime persone in occidente, sopratutto dai ragazzi, al punto che negli USA, già nel 2005, i fumetti giapponesi fatturavano 180 milioni di dollari.
In Europa i maggiori fruitori di strisce nipponiche sono i francesi, popolo educato alla lettura del fumetto, dove i manga costituiscono il 30% del prodotto venduto (si pensa che un giovane d'oltralpe su due legga fumetti giapponesi). Ed in Italia? Anche nella nostra nazione i lettori sono tantissimi, tanto è vero che, nel periodo compreso tra il 2005 e il 2008, i titoli dei fumetti pubblicati, quasi per il 60%, erano giapponesi...
I protagonisti di manga ed “anime” con gli occhioni che sono specchio delle loro grandi anime o frutto delle influenze di Betty Boop, sopratutto grazie ai riconoscimenti internazionali tributati ad Hayao Miyazaki (l'altra grande firma dell'animazione nipponica) hanno superato i confini del Sol Levante guadagnando una fama maggiormente trasversale e non soltanto generazionale e di nicchia.

Manga simpatico modo per conoscere il Giappone

Fumetti in Giappone

Ricordo benissimo la diffidenza ed il fastidio che molti esternavano nei riguardi dei cartoni animati giapponesi che cercavano di sostituire il mondo di Topolino, Braccio di Ferro, Gatto Silvestro ed altri loro amici, perché, a detta di molti, erano violenti, tutti uguali e fatti col computer (a metà degli anni settanta non si sapeva nemmeno cosa significasse computer), per poi, pian piano, con Lupin III, Doraemon o Lady Oscar, diventare gli amici dei pomeriggi dei bambini ed oggi delle vere icone pop del mondo occidentale.
A distanza di molto tempo dallo sbarco del Giappone in occidente per mezzo dei suoi eroi a fumetti, attualmente il Paese del sol levante è diventato, per me, un posto che conosco bene, per cui posso testimoniare che “anime e manga” ci hanno regalato lo specchio di questa nazione lontana e ci hanno permesso di penetrare con la fantasia nel suo mondo.
Per concludere, posso dirvi che nelle librerie giapponesi sono tantissimi gli scaffali dedicati ai fumetti, forse più di quelli dedicati ai libri, tanto è vero che è normalissimo vedere tanti salaryman al ritorno dall'ufficio in treno che leggono il loro manga o ragazzi che sfogliano le avventure dei loro eroi di carta o avventori al ristorante che aspettano che sia pronto il loro okonomiyaki...
P.S. L'altra sera sono “incappato” in un anime di Lupin III, i disegni erano della fine degli anni ottanta, io sinceramente preferisco le edizioni precedenti, ma mi sono soffermato più che sulla storia ed i personaggi sulle scenografie, e là ho visto il Giapppone, il Giappone che conosco e che vedo ogni volta che vado, dai fili della luce a vista, alle macchinette di lattine in ogni dove, ai tetti, ai paesaggi, le siepi , gli alberi i cortili,..insomma quel mondo nel quale vivevano e si muovevano i cartoni animati giapponesi era davvero il Paese del sol levante, ed io non lo sapevo ancora...

Cosa è viaggiappone?

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Viaggiapppone nasce come condivisione dei viaggi nel Paese del Sol levante fatti da Yumiko e Dani tenendo sempre presente quali possano essere i problemi oggettivi che un Italiano in vacanza in Giappone possa incontrare, dando una mano così tramite tante informazioni, foto e diari frutto dei tanti viaggi (ormai non si contano più quelli fatti insieme).
Viaggiappone, con la propria esperienza, progetta e si mette alla testa di viaggi di gruppo alla scoperta del Sol Levante che vengono realizzati da un tour operator leader nel settore.
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