Vacanza in montagna in Giappone

Santuario Aso, Giappone

Ci svegliamo piuttosto presto, giusto il tempo di un bagno agli onsen del ryokan e poi concederci un'abbondante colazione.
La stanza dove abbiamo cenato la sera prima invasa dalla luce del giorno sembra un'altra, tutto è preparato per un buffet ricco di tanto ben di dio per metter su una colazione davvero per tutti i gusti, ma la cosa che ricordo meglio è il latte, il latte freschissimo delle mucche di Aso, davvero squisito. Si riparte, andiamo verso l'altro versante del vulcano, quello nord orientale, verso la prefettura di Oita, mi addormento, ormai come al solito, in macchina per risvegliarmi al santuario Aso un luogo mi dicono considerato sacro dalla notte dei tempi dove ora sono strutture del XVII_XVIII secolo.
E' domenica, è giorno di festa per i più anche in Giappone e così ci sono fedeli e turisti e degli studenti delle elementari a far prove di disegno, si riparte, la strada sale tornante dopo tornante fino al valico della montagna, qua ci sono dei ristorantini; davvero tutto il mondo è paese mi pare di essere sui nostri appennini là dove si scollina verso la Romagna e dove c'è sempre un buon profumino di arrosto...noi ci fermiamo in un posto a caso per pranzare, una trattoria di udon e soba, in questo viaggio ho scoperto la mia predilezione per gli udon in brodo e così me ne faccio portare una bella ciotola, qua mentre mangio, verdure, pezzi di pollo alghe e spaghettoni accompagnando il tutto con sorsate di brodo caldo gusto davvero una concezione differente dall'occidente in fatto di cibo, pollo, verdure, alghe, tofu fritto, cose che dette così possono dissonare, ma mangiate assieme sono buone ed il loro effetto è corroborante.

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Il nabe un must della cucina giapponese

Dani e il Nabe in Giappone

Il lunedì ed il martedì li passiamo ad aspettare che il tifone numero 19 attraversi il Giappone, alla tv vediamo che fa dei bei danni, mentre da noi a Fukuoka ha fatto solo tanta acqua, senza grossi problemi, passiamo il tempo tra i manicaretti che prepara la mamma di Yumichan ed il computer, aromi per un italiano inconsueti si levano nell'aria, ho il tempo per leggere, quest'anno nulla di giapponese, sto cercando di immergermi nella trilogia su Los Angeles di James Eleroy, iniziata a maggio, quando ci siamo concessi quindici giorni di mare caldo, con Dalia Nera, ma poi dopo che hanno diagnosticato il male al babbo, non ho avuto più molta testa per la lettura. Adesso lontano dalla vita quotidiana, senza un soldo in tasca (vi ricordo il furto del mio portafoglio il giorno prima che partissi da Roma), ma servito e riverito, un po' come deve vivere il Papa, ma con meno pensieri, ritrovo la concetrazione giusta e mi immergo nelle atmosfere del "Grande Nulla" secondo volume di queste storie gialle.
Si è rinfrescato un po', ma con una felpa si sta bene ed avendo smesso di piovere, con Yumi, andiamo a far due passi fino alle porte del "centro" e compriamo dei dolci in un forno d'ispirazione francese, intanto il termometro è sceso a 20°... da queste parti dicono sia temperatura novembrina, e così mia suocera pensa bene di preparare il Nabe per cena.
Il Nabe è un piatto che sintetizza forse la cucina giapponese, come ci suggerisce Roland Barthes nel suo "L'impero dei segni" le cose arrivano a tavola crude, semplicemente tagliate, e vengono cotte via via davanti ai commensali; una pentola con dell'abbondante acqua viene posta su di un fornello da tavola, polpettine di pollo, spinaci, funghi, erbette varie e poi tofu vengono immersi nel liquido bollente, poi, quando gli ingredienti sono cotti si mangiano con il loro lieve brodo e via via si intingono in una salsa aromatizzata allo yuzu (l'arancia giapponese), poi si continua a cuocere finché ce n'è, infine, nel brodo restante, si vanno a buttare gli udon e dopo di essi, quando io ero già sazio, per affrontare al meglio l'incipiente autunno, è il turno dell'immancabile riso (già cotto) e uova sbattute che vengono immersi nel brodo bollente riscaldando l'animo e non solo dei commensali...è un piatto presente in tutto il Giappone, l'ho mangiato preimpostato, cioè con gli ingredienti già messi nel pentolino che cuoce mentre si mangiano altre cose, spesso quando siamo andati in qualche ryokan, di quelli autentici, ma mai l'ho mangiato buono come a casa. Lo avrete capito, ho davvero una grande fortuna ad avere una suocera che mi fa conoscere la vera cucina del Sol levante.

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Gita in treno ad Arashiyama

Treno natura Arashiyama

Anche stamani abbiamo due appuntamenti, il primo alla stazione di Kyoto con Yuko, la nostra amica di Tokyo, ed il secondo con Elena, la blogger di Nihon almost a love story, con cui siamo ormai "vecchi" amici ed al nostro terzo incontro in Giappone alla stazione di Arashiyama, da dove andiamo a prendere un trenino "turistico" per inoltrarci tra la campagna e le montagne circostanti per vedere luoghi "selvaggi" e natura rigogliosa...
Incontriamo Elena, che è sempre arrivata prima di noi ad ogni appuntamento e dopo i primi saluti partiamo per questa gitarella molto molto turistica, che sarà sicuramente bellissima nel periodo del Koyo, cioè quando le foglie degli alberi cambiano colore tingendo di rosso e di giallo non solo i giardini ed ed i viali, ma le montagne di mezzo Giappone, ma ad ottobre, con buona pace di tanti amanti del Paese del sol levante il colore dominante in Giappone è il verde, anche se quest'anno, più fresco e piovoso del solito qualche frezza rossa gli aceri ce la regalano.
Arrivati poco oltre ad una stazioncina di campagna, un po' delusi da quello che è sicuramente un'attrattiva molto turistica, torniamo indietro e scendiamo alla stazione JR Di Arashiyama siamo in una zona molto tranquilla, residenziale, la giornata è bella, il sole è forte come da noi ai primi di settembre, e forse ancora più intenso, io chiacchiero fittamente con Elena, le racconto le mie impressioni sul pianeta Nihon, spesso il discorso ricade su mio padre, perché ho piacere di non scordarlo mai e così le racconto di lui; lei intanto racconta del suo Giappone: bello, reale, molto lontano da quello che tante volte dall'Italia ci si immagina e sottolinea le grandi differenze tra i due popoli, tra cui quella di non portar mai la discussione sul personale, così da non riuscire ad approfondire un rapporto, ed io mi ricorderò in molte occasioni in questo soggiorno di queste parole, di come spesso con un giapponese, si possa parlar del tempo, del cibo, ma come se il discorso cade sul privato si svicoli con abilità. Elena sta cercando la sua strada, forse è in Giappone, forse chissà.

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Giappone ed Italia due modi differenti per vivere la vita

Costruzione dello shimenawa, Fukuoka

E' sabato e c'è a casa anche Tsutomu-san, mio suocero, infatti, come dicevo, egli pur essendo in pensione fa dei lavoretti d'ufficio che lo tengono attivo e fuori casa per certi periodi del mese, se andate in giro per il Giappone troverete tantissime persone anziane che lavorano, di ciò parlavamo appunto con Yuko ed Elena a Kyoto qualche giorno addietro notando come i tassisti in Giappone paiono quasi tutti dei vecchietti, così come le centinaia di "direttori" del traffico in parcheggi privati o a tutela di un cantiere sembrano aver in molti superato da un po' settanta anni...
In Italia pochi sono coloro che continuano a far parte del mondo attivo dopo la pensione, mio padre a casa non ci sapeva stare ed è andato al suo ufficio al sindacato fino alla fine, anche se ormai era in pensione da otto anni, ma è un caso che conferma la regola; mentre in Giappone pare davvero che se ad un uomo gli togli il suo compito quotidiano stia male...e pur avendo tutti questi occupati vecchietti la disoccupazione è attorno al 4%...
Intanto Kayoko-san, mia suocera, è andata a fare le pulizie "volontarie" al vicino santuario shintoista, dove vengo sollecitato a recarmi per scattare qualche foto visto che gli anziani del quartiere stanno costruendo la corda sacra, lo shimenawa, che "decora" il frontone d'ingresso della parte consacrata, oltre a dei cestini che scoprirò solo nei giorni successivi a cosa servano, ottobre in Giappone è il mese del riso maturo, i campi sono gialli e rigogliosi fin dentro le città e con la paglia di questo si fanno le corde e ci si ingraziano gli Dei per favorire sempre buoni raccolti.

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Horyu-ji scrigno assoluto del Giappone più antico

Horyu-ji, Nara

Ormai il buffet anche qua non è un mistero, opto per fare una colazione alla giapponese, e faccio bene perché i piatti sono davvero buoni, salmone e sgombro grigliati, la zuppa fatta con la ricetta dei bonzi del Kofuku-ji e altri piatti della regione di Nara, poi riso e alla fine una nota di dolce, un cornettino ed un cappuccino per ricordarmi da dove provengo, dopo di che siamo pronti ad iniziare la nostra ultima giornata di Japan Rail pass...è infatti venerdì ed è passata una settimana dalla nostra partenza da Fukuoka alla volta di Kiikatsuura.
Il tempo è bellissimo l'aria è tiepida ed asciutta, come deve essere ad ottobre in Giappone e preso un treno andiamo poco fuori Nara a visitare, o meglio rivisitare, perchè ci siamo stati nel 2010, Horyu-ji il tempio più antico del Giappone, la struttura in legno più antica del mondo...una testimonianza senza paragoni dell'altezza raggiunta dall'architettura e dall'arte plastica e pittorica giapponese nel periodo Asuka (VII secolo) sotto l'impulso vigoroso della Cina della dinastia Tang; Horyuji il tempio del principe Shotoku, il punto di riferimento della propagazione del buddismo in Giappone, un personaggio tra mito e storia.
Quest'oggi all'Horyu-ji, il primo sito nipponico ad essere messo sotto la tutela UNESCO, ci sono gite scolastiche di ogni ordine e grado ed una bambina delle elementari è stupita di vedere un gayjin (straniero nel senso di estraneo al contesto giapponese) con una maglietta uguale al suo babbo, tra i bimbi di questo Giappone più profondo ancora, infatti, un occidentale è cosa rara e così quando ai loro saluti rispondo con un :"Konnichiwa!" tutta la scolaresca si lascia ad un: "Ooooh" di ammirazione e stupore.

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Una campagna giapponese quieta e remota

Autobus a Muro-ji

Dalla finestra della camera vedo la piana di Nara, cerco di immaginarla prima della costruzione di case e magazzini, quando circa 1300 anni fa si decise di fondarvi la prima capitale stabile del Giappone, doveva essere più bella, le costruzioni contemporanee giapponesi sono infatti sgraziate, funzionali, ma non armoniche, un po' il contrario del passato.
Scendiamo a far colazione che sono poco più delle sette, c'è un po' di fila all'ingresso, ma questa scorre piuttosto rapidamente, preso posto mi rendo conto che la fila continua anche dentro, non ho mai sopportato la fila al buffet... Ma alla fine siamo in orario prendiamo un treno, uno strano treno locale, un paio di vagoni che si incuneano verso la campagna più remota, dove il Giappone è lontano anni luce dagli Shibuya crossing o dai grandi magazzini della nostra moderna Fukuoka.
Sonnecchiamo, quando ad un certo punto ci sembra di capire che siamo arrivati a Sakurai, che è dove dobbiamo lasciare il treno JR e prendere una coincidenza con un locale della linea Kintetsu-Osaka, e così scendiamo al volo...il treno riparte dietro di noi e io e Yumichan, invece, siamo chissà dove...nel nulla in un mini paesino il cui piazzale davanti alla stazione trabocca di bici e motorini di studenti e lavoratori che da qua vanno a Nara o altrove (siamo nella zona di Asuka dove l'arte giapponese fece i suoi primi vagiti).
Per fortuna il prossimo treno passa tra una mezz'ora e il tempo trascorre veloce a guardare la campagna rigogliosa di riso maturo e scambiando due parole con delle vecchiette che ci raccontano di quando dalla stazione di Muro-ji al tempio omonimo ci andavano a piedi, perchè il bus non c'era e del fatto che siamo fortunati che è da poco che hanno messo i treni tra Nara e Sakurai ogni trenta minuti perchè sennò prima si aspettava un'ora...
Arriviamo quindi alla nostra stazione di scambio e da qua, poi, a Muro-ji dove prendiamo il nostro bus indossando il pass acquistato il giorno prima. Si sale, siamo in montagna è un Giappone che mi piace tanto, mi ricorda le passeggiate in Casentino e i paesini del nostro Appennino.

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Cosa è viaggiappone?

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Viaggiapppone nasce come condivisione dei viaggi nel Paese del Sol levante fatti da Yumiko e Dani tenendo sempre presente quali possano essere i problemi oggettivi che un Italiano in vacanza in Giappone possa incontrare, dando una mano così tramite tante informazioni, foto e diari frutto dei tanti viaggi (ormai non si contano più quelli fatti insieme).
Viaggiappone, con la propria esperienza, progetta e si mette alla testa di viaggi di gruppo alla scoperta del Sol Levante che vengono realizzati da un tour operator leader nel settore.
Le spese del sito vengono coperte dagli acquisti effettuati tramite queste pagine (booking, assicurazioni, Amazon ecc) senza che per voi ci siano costi in più...quindi se vi piace sosteneteci!
Viaggiappone è anche cultura e società giapponese nel tentativo di presentare un Giappone reale e al di fuori dei luoghi comuni a chi si è appassionato di questo lontano paese o che lo voglia visitare...

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