Diario del mio quinto viaggio in Giappone: Giappone tra antico e moderno

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Un viaggio nel cuore del Giappone più profondo che svelerà modernità e tradizioni antiche andando fuori dalle solite rotte turistiche, senza dimenticare le mete più amate.
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Dazaifu, storia e cultura alle porte di Fukuoka

Oggi (giovedì 23 ottobre) c'è il sole e tra una settimana precisa ritorneremo alla nostra vita italiana, andiamo a Dazaifu, alle porte di Fukuoka, città molto importante nell'antichità e dove tutt'oggi si trovano vestigia storiche, oltre al grande museo nazionale di Kyushu, un'onda azzurra di cemento, acciaio e vetro, dove siamo diretti per guardare una mostra dedicata ai tesori del museo di Taiwan, tesori inestimabili della Cina antica, ricordiamoci sempre che l'Isola di Formosa in realtà si chiama repubblica di Cina ed è uno stato autonomo, infatti qua fu costituito il governo cinese che si contrapponeva alla Cina popolare e così nel ritirarsi nell'isola gli oppositori a Mao si sono portati dietro anche qualche pezzo forte del loro passato millenario.
Per raggiungere Dazaifu prendiamo il bus e poi il treno della Nishitetsu, la compagnia privata che gestisce i trasposti locali nella zona; essendo oramai mattinata iniziata in giro ci sono sopratutto tanti studenti universitari e di liceo.

Il museo Nazionale di Kyushu

Arrivati nel "corso" dove è anche il "famoso", tra gli amanti delle architetture biodinamiche, Starbucks progettato da Kuma Kengo, che porta al santuario Tenman-gu dedicato al dio Tenjin protettore della cultura e degli studi, vediamo, oltre a tante gite di ragazzi in divisa che vanno in visita ed a chiedere aiuto per gli esami, anche qua, tanti, davvero tanti turisti cinesi.
Una vera esplosione turistica, si domandatevelo pure, ma non si odiavano? Ma come sapete pecunia non olet e poi su più di un miliardo di Cinesi ne basta una piccola percentuale che metta da parte il nazionalismo per fare shopping, vedere una nazione differente e con una ricchezza sicuramente molto più diffusa e la possibilità di poter sguazzare negli onsen, che pare in Cina non ci siano (ne hanno aperto uno a Shangai e dice ci sia la fila) e il gioco è fatto.
Ci dirigiamo subito alla mostra, lasciando a dopo una visita ai monumenti che abbiamo già visto, nel passato, come immaginerete. Il museo è grande, abbiamo già i biglietti che mia suocera aveva acquistato e ci erano arrivati a casa e così non facciamo la fila...ma ci dobbiamo poi mettere in coda per fruire della mostra stessa...c'è tanta gente pur essendo un giorno qualunque...ma come si sa il Giappone è la nazione più longeva al mondo e ci sono tanti vecchietti che sono venuti in gita.
Ci sono dei pezzi molto belli, alcuni incredibilmente antichi, risalenti anche a 5000 anni fa, quando solo in Cina, Egitto e Mesopotoamia l'uomo aveva raggiunto abilità artigianali ed artistiche davvero elevate.
Vista la mostra, che mi piace, ma mi lascia un po' indifferente, perchè apprezzo meglio le cose di cui conosco i contesti storico artistici, mi rifaccio visitando la collezione permanente di arte giapponese che avevo visto nel passato, ma che riguardo volentieri, riconoscendo adesso, con entusiasmo, i frutti dei miei studi recenti, in materia di arte e storia del Sol levante, e così ammiro il vasellame Jomon, le campane Yayoi, le statue del periodo Heian o Kamakura...

Il paesaggio pensato del Giappone

Torniamo sui nostri passi fino al santuario, abbiamo comprato un biglietto per Dazaifu che dà in omaggio dei dolci in una nota pasticceria, se non lo avete già capito dai miei scritti precedenti, in Giappone se state un po' attenti troverete sempre dei biglietti giornalieri o che comunque vi offrono oltre al viaggio un qualcosa...uno sconto in un negozio, un omaggio, questa è una cosa che i nostri amici giapponesi amano molto.
Ci mangiamo, quindi, due dolci preparati testé per noi, e facciamo incartare gli altri per portarli a casa, e ci beviamo del tè seduti all'ombra, all'aperto; poi pian piano lasciamo l'antica Dazaifu dove noto i tanti alberi di susino, che perdono le foglie e li immagino nel primo hananmi della stagione tra febbraio ed i primi di marzo, di cui questo luogo è famoso in tutto il Paese, anche grazie alle poesie di Sugawara no Michizane, intellettuale ai vertici del potere a Kyoto alla fine del X secolo, ma confinato qua a Dazaifu da intrighi di corte.
Voglio aprire una parentesi, camminando per le città, i piccoli paesi, visitando i templi, i giardini, i parchi pubblici del Giappone, vi accorgerete che nessuna pianta è stata messa a caso, vedrete Momiji (gli aceri a foglia piccola che arrossa in autunno), vedrete Sakura (i ciliegi giapponesi che per una settimana in primavera regaleranno splendidi fiori) e in questo caso piante di Ume (il susino da cui si ricavano gli umeboshi)...il guaio è che se si va in un'altro momento dell'anno troveremo tante foglie verdi o al massimo gialline ad accoglierci e solo con l'immaginazione potremo capire per cosa sia stato pensato il tutto.

Gyoza i ravioli del Sol levante

Ci rimettiamo in strada per tornare a Fukuoka, ancora abbiamo dei conti in sospeso culinari, uno di questi è col nostro ristorante di Gyosa preferito in città, una trattoria cinese veramente buona, quanto semplice e datata; ma stavolta, sopratutto perchè disturbati da due, tre avventori che fumavano, non siamo rimasti felicissimi (sì in Giappone a meno che non ci sia scritto nei ristoranti è possibile fumare), anche se il gusto dei nostri ravioloni alla piastra era sempre ad un altro livello se paragonati a quelli che si conoscono in Italia e che tutti almeno una volta abbiamo ordinato, al vapore a fare da pendant agli involtini primavera, al ristorante cinese.

Un eremo di pace e verde nel cuore di Fukuoka

Sazi, un po' stanchi, ma ancora con il desiderio di stare in giro cerchiamo un famoso giardino, il Rakusuien (giardino di Rakusui), di quella che fu la dimora di un ricco mercante soprannominato Rakusui e che ai primi del novecento fece le fortune prorie e della stessa Fukuoka e che qua costruì il suo "eremo" il Rakusuian (eremo di Rakusui) e che oggi è possibile visitare con un biglietto entrando così voltato un angolo dalla modernità cittadina in un giardino in stile giapponese tradizionale, con cascatelle, muschio, pietre e un laghetto dove sguazzano voraci carpe colorate...ad un certo punto la nostra attenzione è stata presa da una coppia di sposi, là per fare le foto di rito, ma subito dopo ci siamo messi a seguire un gattino, per noi più interessante e così ci siamo scordati di far foto ai giovani in abiti nuziali e ci siamo concentrati sul micio che beveva alla fontana.
La giornata in giro inizia a farsi sentire sulle nostre spalle e allora prendiamo un autobus in direzione di casa dove dopo una bella doccia ed una cenetta a base di tanti piattini come sempre, ma con come portata centrale delle crocchette giapponesi mi ritiro al piano di sopra per il meritato riposo...

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