Diario del mio ottavo viaggio in Giappone: tesori sconosciuti al turismo.

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Un viaggio nel cuore del Giappone più profondo che svelerà modernità e tradizioni antiche andando fuori dalle solite rotte turistiche, senza dimenticare le mete più amate.

Viaggio nel cuore dello Yamato

Colazione, Giappone

Ben riposati andiamo a far colazione, la scoperta del buffet degli hotel al mattino è un vero divertimento, la prima cosa da fare stamani è perlustrare per vedere quanto spazio sia dato ai gusti più occidentali, che non sempre si ha voglia di sgombro e caffè... mi butto allora su di una colazione in stile anglosassone, seguita da un angolo dolce di pan au chocolat e cornettino al burro, ed essendoci una macchina automatica per espresso (giubilo) un cappuccino e un espresso fatti con il mio metodo, sperimentato, delle due tazze. Infatti, pur essendo macchine italiane sono tarate per gli stranieri che amano caffè e compagnia bella ben più acquosi, ed allora nella prima tazza si mette la prima parte del nostro prodotto desiderato e nella seconda tazza la sciacquatura finale e mentre io mi lancio in tutto ciò, Yumichan per colazione si fa una piccola composizione molto Japan style...
Oggi abbiamo in mente di visitare due templi le cui origini si perdono alle prime luci della storia giapponese, col bus navetta raggiungiamo la stazione Kintetsu e da qua andiamo a Sakurai nel cuore dello Yamato in una zona di provincia lenta e bella, la regione dove in pratica prese avvio il dominio imperiale sul Sol Levante, andremo in una località un po' sperduta, non sapendo cosa ci aspetti per pranzo vedendo una panetteria ci decidiamo a comprare qualcosa da sbocconcellare, è un piccolo forno di ispirazione francese, in Giappone, ovunque, si trovano fornai che fanno ottimo pane.

Un tempio alle origini della storia del Giappone

Santurario Danzan, Nara, Giappone

Da qua prendiamo un autobus che conduce al santuario Danzan, una corriera di montagna, che sosta in un paio di paesini e che si deve fermare per far passare i veicoli in senso opposto, finché, dopo una svolta, si apre un ampio parcheggio, oggi deserto. Dal mezzo pubblico scendiamo noi due e tre splendide "vecchiette" giapponesi, con la "divisa" da esploratrici, quindi, dopo aver domandato informazioni all'autista, ci arrampichiamo per alcune centinaia di metri per la montagna e qua seguendo i cartelli rigorosamente in giapponese, giungiamo al luogo sacro, famoso in Giappone per aver ospitato i congiurati che nell'anno 645 decisero di porre fine allo strapotere del clan Soga, coloro che avevano accolto il Buddismo come religione nel Sol levante e di fatto si stavano sostituendo alla famiglia imperiale.
Nakano Ōe e Nakatomi no Kamatari, capo del clan omonimo dopo essersi accordati in queste remote montagne fecero fuori il rampollo della potente famiglia Soga; Nakatomi fu ricoperto di onori ebbe anche il premio di mutare il suo cognome in Fujiwara, questo nome influenzerà la storia del Giappone per quattrocento anni, anche il principe splendente Genji era un Fujiwara.

Una pagoda davvero particolare per il Giappone

Santurario Danzan, Nara, Giappone

Da quei lontani secoli eventi incendiari e manutenzione ordinaria hanno fatto mutare i vari padiglioni, che si presentano però nella grande maggioranza in costruzioni risalenti al tardo periodo Muromachi (XVI secolo), tra i vari elementi, di un rosso un po' stinto dal tempo.
Siamo in una valle accanto a Yoshino, montagna sacra famosa per aver ospitato un imperatore scismatico e per i suoi sakura e a guardarci bene attorno in questa giornata marcatamente invernale tutti gli alberi lasciano presagire altri colori durante la primavera e poi l'autunno, così come gli hotel in cemento che si vedono poco lontano ed i piazzali fanno intuire folle di turisti...oggi però siamo cinque, poi sette e ci disperdiamo tra le strutture rimanendo sempre da soli, il motivo della visita è l'alta pagoda a tredici ordini. Una struttura inusuale in Giappone, dove queste torri sono a tre o al massimo 5 tettoie, una costruzione davvero bella. Ci tratteniamo un paio d'ore, anche perchè il bus non tornerà prima, ce ne è uno solo che collega Sakurai a questa zona e c'è un solo autista che fa avanti e indietro (come ci dice lui stesso).

Giardini e dimore giapponesi

Taima, Nara, Giappone

Tornati alla ferrovia con un intrico di treni locali ci spostiamo fino alla stazione di "Santuario Kashihara", stiamo usando il nostro pass che ci manda solo su compagnie privare, quindi siamo obbligati a qualche giro pesca e solo la pazienza di Yumiko e la puntualità dei treni nipponici ci porta ad incastrare un percorso che a pezzetti di linee (ce ne sono tantissime) ci porta fino a Taima-dera, dove una passeggiata di un quarto d'ora ci conduce all'omonimo tempio. una serie di grandi e ricche abitazioni si sussegue lungo il nostro cammino, sono case di un altro tempo, con bei giardini, quasi in una gara a chi abbia quella più bella, più curata, il tetto più lucente di maioliche color ardesia, gli alberi più ornamentali, le pietre più imponenti. Mentre ammiriamo queste costruzioni vediamo in lontananza un paio di pagode, davanti a noi un recinto sacro, escono bambini in fila, con le loro divise, i cappellini, sono scolari delle elementari ospitate nel complesso templare che tornano a casa. Man mano che ci vedono, che mi vedono, sorridono più o meno sdentati e io li sbalordisco con un: "Konnichiwa!", e loro si stupiscono di uno straniero strano giunto fino a queste remote terre.

Capolavori del Sol levante dimenticati dal turismo

Taima-dera, Nara, Giappone

Si avanza e subito dopo aver oltrepassato una porta, dove i due classici niou fanno da guardiani, una campana in bronzo, leggiamo che è la più antica del Giappone e risale al secolo VII (ma ne avevamo già viste un paio fregiarsi di tale titolo di antichità) siamo davvero agli inizi della civiltà giapponese, o quanto meno ai primordi del buddismo in queste isole, incediamo fino al padiglione principale, qua dopo un piccolo biglietto andiamo a vedere le statue presenti in esso e nei padiglioni "minori" siamo davanti a capolavori dell'arte antica giapponese, siamo soli e il luogo lascia capire che ancora (scusate il mio fortunatamente) qua ci troviamo fuori da grossi giri turistici. Passeggiamo poi fino a ridosso delle antichissime pagode, e poi in un piccolo, ma bellissimo giardino del periodo Edo (XVII-XIXsecolo) dove ci fermiamo a guardare i primi segnali della primavera incalzante.
Corriamo, quasi, fino al treno, sono passate le cinque il sole comincia a sparire, ed è pieno di tanti studenti che dalle scuole tornano a casa. Chi è stato in Giappone sa cosa dico, spuntano centinaia e centinaia di ragazzi nelle loro divise dai bottoni scintillanti e dagli alamari militareschi, e la scena è simile qua nella campagna del Kansai come in tutto il Paese del Sol Levante. E' stata una giornata bellissima, entusiasmante, finalmente la mia mente capisce ciò che vede, colloca le cose nei loro contesti senza sforzo.
Rientriamo in albergo che abbiamo poco tempo prima di cena (19,30) è il secondo giorno a mezza pensione al Royal hotel di Nara e pensiamo che ci venga dato lo stesso menù del giorno precedente, ma no, ci stupiscono con una cena del tutto differente, tra carne e pesce, così come si confà alla Kaiseki Ryori, davvero un'ottima cena, anche meglio del giorno prima...e poi finiamo la nostra giornata agli onsen dell'hotel che conciliano il sonno ancor di più.

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Cosa è viaggiappone?

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