Diario del mio ottavo viaggio in Giappone: Nel cuore del Sol Levante

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Un viaggio nel cuore del Giappone più profondo che svelerà modernità e tradizioni antiche andando fuori dalle solite rotte turistiche, senza dimenticare le mete più amate.
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Un Giappone che va lentamente

La sera precedente era presto ed è così che presto ci svegliamo, cogliendo l'occasione per fare un ultimo bagno agli onsen all'esterno anche se è un po' fresco arrivarci, ma lo spettacolo del mattino è splendido ed è così che essendo i primi e a quell'ora gli unici, col permesso della direzione riusciamo a fare un paio di foto di questo posto di paradisiaco relax.
Ben rilassato che mi metto a tavola per la colazione che sono davvero affamato e contento di trovarmi di fronte una ricco pasto pensato nel rispetto della tradizione locale, con riso, pesce, zuppa e tante altre cosette, ripreso il viaggio una prima doverosa sosta ad un punto panoramico dove è stata posta la statua bronzea di un ragazzino che pare far pipì nel baratro sottostante, ed è uno dei simboli della zona...a testimoniare un'antica gara di coraggio che i bimbi facevano in quel luogo.
Oggi siamo diretti a Tokushima city dove dormiremo un paio di notti, ma prima abbiamo in conto diverse visite alla scoperta del mondo artigianale giapponese, un aspetto della tradizione nipponica che qua in questa prefettura di Shikoku troviamo davvero presente e vivace.

Samurai che producono sakè

Tornati verso valle in una mezz'ora raggiungiamo la zona di Miyoshi qua l'acqua dello Yoshino e dei suoi affluenti è stata utilizzata per molteplici scopi produttivi, oltre che come vera via, sfruttando la navigabilità del letto dei fiumi stessi... Iniziamo le nostre visite da una cantina di saké la Myioshi-kiku, che si trova in una bellissima magione appartenuta da sempre alla famiglia dei samurai Mamiya, che alla fine dello shogunato Tokuagawa, appesa la katana al chiodo furono costretti a trovare una nuova attività...fu così che ormai da ben cinque generazioni costoro si sono dati alla produzione di sakè sfruttando gli ampi spazi, i magazzini, della loro dimora di veri feudatari, un po' come da noi dove conti e baroni si sono messi a produrre olio e vino nelle terre delle proprie antiche famiglie.
Ci fa da guida proprio il titolare che ci illustra le varie fasi di preparazione, sottolineando le particolari accortezze che si devono tenere presenti, come non introdurre assolutamente altre "muffe" che potrebbero alterare il processo, è così che nessun produttore di sakè può mangiare il natto, la soia fermentata, di cui vanno golosi i Giapponesi.
Data l'ora non faccio una vera degustazione, ma mi limito a bagnare le papille gustative ed a acquistare una bottiglia dell'ottimo prodotto.

Washi la famosa carta giapponese del Sol Levante

Non troppo lontano da qua è una famoso laboratorio di produzione di carta washi, la famosa carta giapponese, ove è anche un museo che illustra la storia di questo prodotto ed uno shop dove si vede il molteplice uso del resistente prodotto; con un piccolo sovrapprezzo al biglietto del museo è possibile partecipare alla realizzazione di un cartolina partendo dall'impasto di cellulosa, ci mettiamo quindi a vedere come si fa un pezzetto di carta giapponese, in pratica si setacciano fibre di legno disfatto che poi sedimentando ed asciugandosi in uno stampino danno una vera cartolina...il guaio per me poi è stata la decorazione...volevo fare un paesaggio elementare, ma è saltata fuori un'opera davvero confusa, perchè ho messo troppa acqua ai colori e così un dipinto di Mirò forse sarebbe stato più comprensibile.

L'esperienza della cucina keiseki

Manca ancora un po' al pranzo, ma essendoci alzati presto ed avendo prenotato per festeggiare il giorno di Hinamatsuri presso Villaggio Sanagochi al ristorante Toraya Kochi-an ad un'oretta di macchina, decidiamo per un un gelato premio, c'è infatti nei pressi una gelateria famosa per fare un "vero" prodotto all'italiana, così ci facciamo due coppette al matcha (tè verde giapponese) e crema di latte e devo dire che era davvero un ottimo prodotto.
Arriviamo poi al Villaggio Sanagochi il ristorante è una vecchia elegante dimora, si vede che è un posto molto per giapponesi, solitamente è un po' caro, ma un menù lunch da Toraya Kochi-an se siete da queste parti è da provare, veniamo fatti accomodare in una saletta privata, come è normale in questo tipo di locali e ci mettiamo seduti a terra, due cameriere in kimono ci portano via via una sapiente sequenza di piccoli manicaretti inspirati alla primavera alle porte e alla festa delle ragazze, che appunto si festeggia oggi, con continui richiami ai fiori di pesco sacri e ben auguranti, è una vera esperienza per un occidentale in viaggio, si respira un Giappone perduto, o che si potrebbe perdere e le foto più delle parole testimonieranno se non la bontà la bellezza dei piatti.

Aizome il blu indaco sinonimo di Tokushima in tutto il Giappone

La prefettura di Tokushima fin dall'antichità è stata in Giappone sinonimo di aizome, cioè di blu indaco con cui si tingevano i nobili stendardi dei samurai, le vesti più preziose, una tintura che regge nel tempo così come ci si augurava che nel tempo tenessero le fortune delle varie famiglie di feudatari che comandavano sul Giappone, è inevitabile una vista al museo comunale di Aizumi dove all'interno di un antico stabilimento di produzione di tale tintura seguiamo una breve visita guidata per capir meglio quanto fosse faticosa e difficile quest'arte tintoria, dalla produzione del colore alla realizzazione dei nostri panni azzurri, anche qua non ci tiriamo indietro e con una minima aggiunta al biglietto di ingresso Yumiko vuole provare a realizzare un piccolo fazzoletto color del cielo, è così che scelta la fantasia, guidati da anziane signore espertissime in materia ci mettiamo a tingere dei candidi fazzoletti, anche stavolta io produco un oggetto confuso, ma migliore della cartolina, mentre Yumi realizza un bel lavoro davvero...

Un sushi superlativo

Stanotte (e la prossima) dormiremo in un hotel un po' più "normale", staremo al Awa Kanko Hotel a pochi passi dalla stazione JR e da qui i posti più importanti del centro cittadino di Tokushima sono a portata di piedi, siamo in viaggio in un luogo che si sta rivelando più bello di quanto sperato, non possiamo farci mancare allora una visita in un buon ristorante di sushi, scegliamo di andare da Sakae zushi un luogo ancora molto per Giapponesi, dove i menù sono solo in ideogrammi e dove pare non servano neppure gli stranieri se non accompagnati per timore di non comprendersi e quindi di non riuscire a soddisfare pienamente i clienti.
Sediamo al bancone e ci facciamo via via consigliare dal maestro che assieme ad un paio di aiutanti prepara i sushi per gli avventori, esso interroga Yumiko per sapere da dove io venga, poi capisce che siamo sposati ci fa i complimenti e ci racconta di come è diventato maestro di sushi...e della lunghissima gavetta a spazzare, osservare, arrotare i coltelli, poi a preparare il riso, prima di arrivare al cospetto dei clienti...una decina d'anni dopo.
Ci fa assaggiare anche delle alghe di Naruto da magiare shabu shabu, cioè intingendole rapidamente in brodo bollente, l'alga muta colore e si mangia, non le amo molto, ma mi rifaccio col resto, un tripudio per chi ama il pesce.

Balli folcloristici famosi in tutto il Giappone

Un altro motivo di vanto per Tokushima è l'Awa odori, cioè un ballo rituale che fa da corredo ai matsuri estivi legati alle festività di obon, la festa dei defunti a metà di agosto quando migliaia e migliaia di ballerini e ballerine cantando e danzando accolgono una miriade di spettatori (più di un milione ogni anno) che arrivano da tutto il Giappone ed ormai da tutto il mondo per questa festa che pare essere molto coinvolgente, andiamo così al museo dedicato a questa tradizione dove alle 21 inizia uno spettacolo di danze e qua un gruppo folcloristico ci dà saggio della propria bravura...un evento davvero simpatico.

Led e Ramen nel cuore di Tokushima city

Passeggiamo verso l'albergo la notte è buia così come possono essere buie le notti avare di illuminazione pubblica in Giappone, solo i ponti cittadini sono decorati da ghirigori di luci al led, led la lampada luminosa e "risparmiosa" che proprio qua a Tokushima ha visto i natali e di cui tutti sono molto fieri, ma gli assaggi dal maestro di sushi di poco fa mi hanno fatto rimanere dell'appetito, è così che cerchiamo un posto dove mangiare del ramen ... c'è fila da Men Oh una piccola catena di qua che ha aperto succursali anche all'estero, è così la volta di un Tokushima ramen un'ottima pasta in brodo che ci voleva per chiudere al top il dì veramente da golosi che abbiamo intrapreso oggi...poi in camera ci dedichiamo un po' al lavoro al computer per poi crollare esausti per l'ultima giornata che abbiamo a disposizione alla scoperta di questo spicchio di Shikoku (sotto foto gallery).

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