Diario del mio ottavo viaggio in Giappone: Sol Levante dimenticato!

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Un viaggio nel cuore del Giappone più profondo che svelerà modernità e tradizioni antiche andando fuori dalle solite rotte turistiche, senza dimenticare le mete più amate.
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Il caffè che non ti aspetti in Giappone

Mi sveglio all'alba, abbiamo in mente una bella giornata alla scoperta dell'interno della prefettura di Tokushima, il sole sta sorgendo sul mare che vediamo dalla finestra di camera, ci prepariamo e dopo poco andiamo a fare colazione, una colazione di ispirazione occidentale con uova al tegamino e bacon oltre a cornetti, pane ecc... ma la cosa più buona in senso assoluto è stato il caffè. Un Espresso Kimbo a Naruto non lo avrei mai aspettato, in Italia forse avrei trovato qualche difettino, ma là nel mondo lontano 10.000 km dall'idea di caffè italiano è stato come bere la pozione di Asterix.
Carichi di energia ci spingiamo quindi lungo il corso del fiume Yoshino, la meta è Oboke dove abbiamo in mente di fare un giro in barca sullo stesso corso d'acqua, il secondo dello Shikoku, che assieme ai suoi affluenti spesso navigabili è servito come vera via di comunicazione tra la zona interna e la zona costiera della città di Tokushima.

Le limpide acqua dei fiumi di Tokushima, meraviglie del Sol Levante

In breve tempo il panorama cambia, la strada sale, costeggiamo il fiume, varchiamo dei paesi, dei paesini che ricordano un Giappone raccontato dai viaggiatori del passato, vecchie insegne, campicelli, ad un certo punto vedo una ferrovia, una monorotaia che taglia la montagna a mezza costa, deve essere bella, scopro che essa va da Okayama, nell'isola di Honshu a Kochi, che è un'altra prefettura di Shikoku, (mi ripropongo di fare prima o poi questo tragitto), intanto mentre il letto del nostro fiume diventa più stretto arriviamo ad Oboke, qua il fiume è sono davvero limpido e bello e così gli abitanti della zona hanno messo su un servizio turistico di barche che portano i viaggiatori che si spingono sin qua a vedere il canyon scavato dalle acque che sono cangianti, cristalline (pare siano le più pure del Giappone). La cosa che mi stupisce è di trovarci delle vere gite in bus che si son spinte fin qua. Il giro in barca dura un quarto d'ora circa, dopo di che ripresa la strada ci dirigiamo fino ad Iya Bijin un albergo ristornate consigliato dalle guide e non solo, qua possiamo assaggiare alcuni piatti della regione, gli spaghetti fatti con la soba (il grano saraceno) locale e poi del pesce proveniente dai fiumi circostanti, trote e amego un salmonide caratteristico di queste zone, cotti alla maniera di Sanpei, infilati su di uno stecco e arrostiti vicino al fuoco, oltre ciò verdure, riso, zuppa di miso e tutto quel che serve per un buon pranzetto in stile giapponese.

Un paese isolato tra i monti: alla ricerca del Giappone perduto

Dopo pranzo siamo diretti ad Ochiai un paesino sulle montagne che si affacciano sulle valli del fiume Iya uno dei maggiori affluenti dello Yoshino, con una mezz'ora di strada arriviamo ad un villaggio ove è anche una scuola, e dove arriva anche il bus e poi da qua con altri cinque minuti d'auto, dopo aver oltrepassato un bosco si arriva ad Ochiai, parcheggiamo all'ingresso del paese, che è famoso per conservare un nucleo di case del periodo Edo (secoli XVII-XIX) tanto da essere considerato importante nucleo architettonico del Giappone.
Una di queste case è dei signori Minami che l'hanno ristrutturata e l'affittano, noi abbiamo prenotato una merenda da loro...che ci vengono, infatti incontro lungo l'unica strada del borgo ove si affacciano campicelli ed abitazioni, ci hanno preparato un hirara-yaki una vera e propria pietanza che consiste nel cuocere su una piastra di pietra riscaldata da un fuoco sottostante del pesce amego, pollo, daikon ed altre verdure in una sorta di paella (solo per esemplificare) al miso, infatti il tutto è accomodato e circondato da uno strato di fulvo pesto di soia. I signori Minami sono simpatici, non se ne decodifica l'età e ci raccontano che vivono là da sempre, e di come comunque si viva bene lontani dalla confusione...anche perchè la "città" più vicina è un paese, poi ci conducono a vedere una delle case per cui è famoso Ochiai è la loro e l'hanno ristrutturata tutta, l'affittano ai turisti, sopratutto giapponesi, ma anche americani e cinesi, è una casa molto bella, ci si starebbe bene in sei c'è una cucina grandissima ... è un sogno...ma noi, che non abbiamo molto tempo a disposizione stanotte dormiremo in un bel ryokan.

Ponti di corda sospesi sui fiumi di Shikoku, antico Giappone

La regione è famosa anche per dei ponti di corda che un tempo erano unico raccordo per velocizzare i rapporti da una parte a l'altra della riva dei fiumi che qua scavano dei veri e propri canyon, dopo averne visti diversi ci convinciamo di volerne attraversare uno che è aperto ai turisti quello di Kazurabashi, la traversata è piuttosto instabile, ma io mi sento sicuro essendo un ponte ricostruito di recente...poi siamo in Giappone dove rigore e precisione sono di casa e così tra qualche traballamento ed un paio di foto ricordo instabili guadagniamo la riva opposta, dove nelle vicinanze una cascata cade con fragore dalla montagna.

Dormire alla giapponese: il vero ryokan

Ripresa la via ci dirigiamo verso il ryokan Iya Onsen è un vero regalo che ci si può fare, un bell'albergo in stile giapponese, dove l'ospite può davvero rigenerarsi, siamo in una zona di terme e questo hotel ha le sue sia interne che esterne, comode le prime, incredibilmente belle le seconde, pensate che per accedervi si deve prendere una funivia che vi scorta fino al livello del fiume sottostante e qua divisi tra uomini e donne ci si può immergere nell'acqua tiepida e medicamentosa ammirando il fiume, le rocce, la montagna; così poco dopo il check in siamo a mollo...e siamo anche soli...una mezz'ora di pace assoluta.
Tornati in camera è già l'ora della cena che si rivela davvero un'ottima cucina Kaiseki, l'alta cucina giapponese, durante la quale una serie di piattini si rincorrono alla ricerca dell'armonia assoluta del gusto. E' l'occasione di assaggiare anche un po' di sakè, poi fare nuovamente dei bagni termali, stavolta alla spa interna e poi sprofondare in un dolce sonno, sì perchè come usa in questa tipologia di hotel il letto si materializza nel mezzo della stanza dove i vostri morbidi futon sono stati messi sui profumati tatami, vorrei leggere, ma sono troppo stanco e così dormo quasi subito (vedi sotto foto gallery).

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