Diario del mio sesto viaggio in Giappone: zen, hanami e ramen!

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Un viaggio nel cuore del Giappone più profondo che svelerà modernità e tradizioni antiche andando fuori dalle solite rotte turistiche, senza dimenticare le mete più amate.

La prima colazione dei miei viaggi in Giappone

Colazione in hotel

Una delle cose più divertenti quando sono in viaggio e ho la fortuna di dormire in qualche bell'hotel come RIHGA Royal Hotel Kyoto è la colazione a buffet, infatti anche se in Italia spesso tendo quasi a saltare questo pasto limitandolo al caffè e poco più, quando sono in giro diventa il pasto più importante della giornata, di sovente quello che mi traghetta fino a sera ed è per questo che Yumiko solitamente cerca gli hotel in funzione di quel che dicono della colazione gli altri viaggiatori.
Il breakfast è buono e vario come da recensioni, oltre al cuoco che prepara omelette, c'è modo di metter su una colazione giapponese coi fiocchi, oltre a panini, croissant tè e caffè, poi se uno volesse, c'è anche il gelato...

Un quartiere zen a Kyoto

Myoshin-ji, Kyoto, Giappone

Ben rifocillati andiamo alla scoperta di Kyoto, prendiamo quindi il treno JR della linea che va anche ad Arashiyama e scendiamo alla fermata Hanazono, una zona che prende il nome da un imperatore del secolo XIV che seguì l'uso di abdicare e farsi monaco e che qua aveva dei padiglioni che furono donati per divenire poi il tempio Myoshin-ji, uno dei templi zen della setta Rinzai più famosi e che è il motivo della nostra escursione.
Arriviamo al luogo sacro da sud, varchiamo quindi la porta principale e ci perdiamo tra le varie strutture, infatti i templi zen sono composti da più edifici in questo caso ve ne sono una quarantina, di cui alcuni sono dei veri e propri sub-templi e ci dirigiamo verso il Daiho-in che ha un giardino molto bello, dove godiamo di qualche sakura, ma soprattutto dell'armonia del parco, dei giochi d'acqua e dagli effetti dati dalle ghiaie sapientemente pettinate.
Proseguiamo poi alla scoperta del complesso templare, i padiglioni più importanti coi loro soffitti dipinti, la campana, i templi minori, il tutto in un mattino fresco e limpido, arrivamo così alla porta nord da dove raggiungiamo la fermata del bus JR (anch'esso compreso nel Japan Rail pass), non senza prima indugiare tra le stradine di questo pacato quartiere dove vedo un gruppo di samurai...sì stavano girando un "dorama" (sceneggiato) in costume, colla corriera andiamo nella zona più centrale di Kyoto là dove sorgono due santuari shitoisti di grande rilevanza l'Hirano jinja ed il Kitano jinja.

Hirano e Kitano due dei santauari più famosi di tutto il Giappone

Sakura al santuario Hirano, Kyoto

I sakura ci accolgono al primo santuario ed è il loro spettacolo, oltre alla sacralità del luogo, a renderlo è famoso in tutto il Giappone, i fiori di ciliegio sono bellissimi, è uno dei momenti migliori per un viaggio nel Paese del Sol levante e sicuramente lo è per una vista a questo sito, ma più delle parole credo che siano le foto a narrare la bellezza, qua, poi, ci mettiamo in fila per pregare il ben volere del Dio.
Da questo luogo, subito dopo, andiamo al santuario Kitano che è sacro a Tenjin il dio della cultura, quel Sugawara no Michizane figura storica di saggio che perì a causa di intrighi di corte esiliato a Dazaifu, e che poi fu glorificato sugli altari per placarne lo spirito ed a cui fu dedicato proprio questo santuario, oltre ad altri in Giappone. Qua troviamo qualche albero di ume, il susino, caro a questo Dio e che ha regalato uno splendido hanami con questi fiori qualche giorno prima, mentre ora di essi non rimane che qualche cenno in poche piante ritardatarie.

Uno degli hanami più belli del Paese del sol levante

Sakura al Daigo-ji, Kyoto

Dato che la colazione è stata sostansiosa ci facciamo un piccolo spuntino e poi ci mettiao in contatto con Elena, che gli amanti del Giappone sanno che è la blogger Nihon almost a love story con cui siamo al quarto appuntamento a Kyoto, ormai la sua seconda patria, abbiamo un rendez vous al Daigo-ji , il tempio di Toyotomi Hideyoshi, famoso già ai suoi tempi per i sakura e dove il grande condottiero nipponico aveva allestito un hanami grandioso, durante il quale aveva regalato vesti da favola a tutti gli invitati, spendendo cifre inimmaginabili, così da dimostrare ancor di più il suo potere ed ove con Yumichan eravamo stati una paio d'anni prima in settembre e che ci eravamo ripromessi di visitare in primavera, così da vederlo nel fulgore.
Arriviamo al tempio con un bus speciale della ditta Keihan che parte vicino al retro della stazione davanti all'omonimo hotel, è una corsa speciale e diretta, che ci consente di arrivare al sito più rapidamente, sennò avremmo dovuto fare un cambio di metro ed un quarto d'ora di cammino.
Rispetto alla visita precedente il primo impatto è constatare la grande folla accorsa, in mezzo alla quale, poi incontriamo anche la nostra cara amica...decidiamo di vedere subito un giardino che solitamente è chiuso e che viene aperto solo in primavera, per scoprire poi che annesso a questo è anche la visita al museo del tempio, meglio così, quindi tra sakura meravigliosi ci facciamo un po' di foto e poi entriamo nel padiglione di nuova costruzione ad ammirare le statue provenienti dal complesso templare, capolavori di epoca heian e kamakura, in prevalenza, ove il realismo rappresentativo è altissimo, una visita senz'altro da non perdere se trovate questi spazi aperti al pubblico.

Chiacchiere tra italiani all'ombra della pagoda più antica di Kyoto

Pagoda, Heian, Daigo-ji, Kyoto

La nostra passeggiata assieme alla nostra cara "collega" procede poi in direzione della porta, che protegge le strutture ai piedi del monte con l'aiuto di due niou bellissimi, da qua con un breve tragitto arriviamo alla pagoda (la più antica di Kyoto) ed agli altri padiglioni, tutti circondati da fulgidi sakura...nel frattempo scambiamo un po' di chiacchiere con Elena e scopriamo che ormai dopo anni di studio del Giapponese e di vita nel Paese del Sol levante si è decisa, a malincuore, a tornare in Italia, o comunque verso la vecchia Europa, da dove magari un giorno riuscir a tornare verso l'impero del crisantemo, ma magari con un impiego che non abbia tempi e modi nipponici (oggi mentre pubblico il post è a Londra a cercar la sua via da quella porta, brava!).
Il problema per lei e per molti di noi italiani che sogniamo una vita in Giappone è giust'appunto il ritmo lavorativo, poche ferie, giornate fatte di solo lavoro, la troppo poca indulgenza...un po' il contrario di certe nostre concezioni.
Tra una foto ed una parola, ammirando la pagoda che risale al 951 e gli altri elementi tra cui un incredibile padiglione di epoca Heian che Toyotomi fece qua trasportare da altre zone di Kyoto una volta tornata la pace dopo la così detta guerra Onin; il tempo, in tanto, scorre ed io inizio ad essere stanco ed a voler fare una doccia e sdraiare le mie vecchie membra in moto da 11 ore è così che ci salutiamo ce che facciamo il percorso inverso all'andata fino alla stazione e da là rapidamente in albergo...

Un mega ramen per cena

Ramen a cena in Giappone

Una volta rimessomi al mondo con l'acqua rigeneratrice inizio ad aver fame, è così che Yumichan mi porta alla stazione di Kyoto ove con l'ascensore saliamo al decimo piano è qua che è il Ramen koji (il vicolo del ramen), in pratica tanti negozi che vendono ramen di svariate parti del Giappone...
Giriamo in qua ed in là, poi ci mettiamo in fila dove fanno i ramen della zona di Fukushima, Yumi ha preso un ordine alla macchinetta che è all'ingresso del ristorante prescelto è desiderosa di non sentirmi dire che ho ancora fame...ed è così che mi vedo portare una ciotolona con tripla porzione di fette di maiale e riso sempre con fettine d'arista ed un uovo...buonissimo e davvero incredibilmente abbondante...tanto che anche un'ottima forchetta come il sottoscritto fatica un po' a finir tutto, o quasi. Chi ha detto che in Giappone si mangia poco?
Meno male che facciamo due passi digestivi fino in hotel dove, poi, sveniamo pronti alla successiva giornata di hanami...

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