Diario del mio sesto viaggio in Giappone: una rotta diversa per il Sol Levante

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Un viaggio nel cuore del Giappone più profondo che svelerà modernità e tradizioni antiche andando fuori dalle solite rotte turistiche, senza dimenticare le mete più amate.
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Alzataccia per andare incontro alla primavera giapponese

La sveglia suona alle 2,50 giusto il tempo di capire il perchè, di radersi, fare una doccia e preparare il nostro ultimo espresso, fatto come dico io, per qualche settimana Il tutto per cercare di essere connessi e mentre Yumiko si accerta che nulla di veramente fondamentale manchi, ai bagagli chiusi la sera prima (io sono 14 anni, cioè da quando stiamo insieme, che le valige non le faccio più o quasi, è un compito di nipponica natura e come si sa ubi maior...) sono le 3,50 e suona il campanello la nostra cara, carissima amica Alessandra, che alla fine riceverà una statua (è lei che ci ha ripescato a Fiumicino il 30 ottobre scorso, n.d.a.) per portarci a Peretola (l'aeroporto fiorentino), dove, vista l'ora, arriviamo in un'oretta scarsa e dove come prima cosa dopo i saluti andiamo a fare il check in al banco di KLM, la compagnia olandese che unica europea garantisce una rotta diretta su Fukuoka, la grande città di Kyushu, dove vivono i miei suoceri e dove siamo diretti; infatti, pur avendo fatto quello on-line, visto che ci sono stati dati dei posti inspiegabilmete lontani, e senza possibilità di cambiamenti cerchiamo di modificare le nostre sorti parlando al banco, e come si dice, provare non costa nulla e così chiedendo riusciamo ad avere due posti nella stessa fila ed in più in premium economy e così il volo transcontinetale si prospetta più comodo...
Il primo volo è ritardato sia in partenza che in atterraggio a causa di spesse nebbie che avvolgono Schiphol il grande aereoporto di Amsterdam da dove partirà il nostro boing 777, e mentre alcuni passeggeri corrono a prendere la loro coincidenza o addirittura la perdono, noi per una volta siamo contenti di dovere aspettare le 13 e 20 per il nostro imbarco...

Voliamo da Amsterdam direttamente su Fukuoka

Così, dopo le formalità doganali, ci impossessiamo di un divanetto e aspettiamo il nostro volo che parte placidamente in orario. I nostri posti sono un po' più comodi di una semplice economy class, accavallo le gambe senza sbattere sul tavolino chiuso, ma non così tanto da giustificare un prezzo superiore, il cibo e il servizio di KLM sono buoni, la scelta cinema, anche in Italiano, è discreta, sopratutto tra le ultimissime uscite e così le 10 ore che ci separano dal Giappone passano piuttosto velocemente, anche se stavolta dormo davvero poco nonostante un po' di vino rosso...
Al nostro arrivo notiamo che è da poco sbarcato un volo dalla vicina Cina allora affrettiamo il passo per non dover impazzire all'immigrazione, da cui Yumiko non passa in quanto Giapponese, ma io oviamente sì.
Ce la caviamo con una mezz'ora di fila comunque, l'aeroporto di Fukuoka ha assistito ad un traffico estero sempre maggiore negli ultimi anni ed i controlli sono sempre accurati, così si forma sempre un po' di coda (un po' ovunque in Giappone il problema è lo stesso).
Pensate infatti che il turismo in arrivo nel Paese del Sol levante negli ultimi anni è aumentato del 120%, sopratutto da quando si sono allentati i cordoni sui visti dei cittadini cinesi, che come si sa sono vicini, tanti e in via di rapido arricchimento, ma anche, devo dire che rispetto al 2010 quando soggiornai per la prima volta in Giappone molti, molti di più sono anche i viaggiatori occidentali che visitano queste terre, gli italiani sono aumentati, ma ancora siamo sparuti rispetto agli altri...

I sakura ancora celano i loro petali

Agli arrivi troviamo i genitori di Yumiko che sono venuti ad accoglierci, seguono i saluti di rito, i sorrisi sul fatto che in sei mesi ho preso qualche chilo, ma si sa l'inverno italiano è foriero di calorie, e storditi come lo si è dopo un'intera giornata di viaggio entriamo in auto per andare fino a casa, ma non senza fermarci a comprare del pane e dei dolci per la prossima colazione in un forno dal nome italianeggiante: "Grazia". Una cosa che noterete in Giappone è la presenza di tante vere boulangerie, negozi di pani e dolci di ispirazione europea e il profumo di brioche che si propaga, spesso e volentieri per le vie stuzzica le narici e l'appetito...
Arriviamo a casa e dopo esserci tolti le scarpe prima di incedere ci facciamo una potente doccia e ci mettiamo a disfare i bagagli e sistemarli in quelli che saranno i nostri spazi nel prossimo mese. Nel frattempo abbiamo sbirciato i sakura (i famosi fiori di ciliegio) lungo le strade che lasciano presagire la fioritura, ma ancora sono ben chiusi.

Primi sapori nipponici allietano le prime ore nel Paese del Sol levante

Dopo poco ci chiamano a pranzo, ci attende il primo coreografico spuntino, zuppa un arancetto candito, del tofu, verdure e degli onigiri, le pallette di riso famose dai manga, segue un pomeriggio d'assestamento ed essendo ancora le temperature invernali un piatto riscaldante e corroborante per cena, il Nabe, di cui già ho parlato, una pietanza che prende forma a tavola cuocendosi su di un fornello che sta proprio sul desco, un lieve brodo di pesce ed alghe sobbolle ed in questo via via entrano verdure, funghi, pollo...e a seconda della zona o della casa altri elementi.
Una volta cotti i nostri ingredienti vengono mangiati dai commensali che li zuppano in una salsa aromatizzata allo yuzu (il profutmato limone giapponese). Nel brodo finale poi viene cotto del riso o degli udon, o ambedue a seconda della fame...

p.s. mentre pubblico questa prima parte, qua in Italia, dove ho ripreso i contatti con la nostra realtà ho chiaro cosa è che mi manca del Giappone come prima cosa: il silenzio.

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