Diario del mio quarto viaggio in Giappone: Tokyo!

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Un viaggio nel cuore del Giappone più profondo che svelerà modernità e tradizioni antiche andando fuori dalle solite rotte turistiche, senza dimenticare le mete più amate.
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La prima alba del mondo nel paese del Sol Levante

Sono alcuni anni che mi sveglio presto, in estate ancor prima e quando sono in viaggio ancora prima, quindi saranno state al massimo le cinque del mattino quando ho aperto gli occhi senza capire subito dove mi trovassi ho indugiato un'altra ora a letto finchè un'alba rosa non ha iniziato a sorridere sulla baia di Yokohama, un microscopico villaggio di pescatori fino a 150 anni fa, destinato a divenire porto e luogo di accoglienza (osservazione) per i gaijin, preferito alla già strutturata Kanagawa per i fondali più alti che permettevano l'attracco di imbarcazioni transoceaniche ed oggi una città di tre milioni e mezza di persone.
Facciamo colazione, o meglio mi avveleno dato che è tutto buonissimo e, di fronte ad un ricco buffet, non so che pesci prendere...e di sicuro oltre al resto di pesci ne ho presi un paio... Siamo un po' stanchi e forse nervosi perché è una settimana che siamo in Giappone ed abbiamo già cambiato tre letti oltre ad aver fatto tanti chilometri in treno, bus, taxi, e a piedi..

Appuntamento al museo nazionale di Tokyo

Dalla stazione di Yokohama prendiamo un treno locale che taglia tutta la megalopoli ed in un'ora circa arriviamo alla stazione di Ueno nella parte nord di Tokyo dove abbiamo appuntamento con Marichan, una cara amica di Yumiko, di quando viveva in Giappone, che è una ragazza carina, non troppo alta, esile come solo i Giapponesi sanno essere e con due occhioni grandi grandi.
Ci beviamo un caffè in uno Starbukcs del parco; camminando noto alcuni barboni che si riposano e penso a quanto pochi ne abbia visti in relazione alle città visitate (sono circa 9000 in tutta la nazione, mentre in Italia sono 400.000) …
Da qui si deduce comunque, che il Giappone non è paese solamente kawaii: è un paese reale e serio come tanti altri, anzi più di altri, ma forse con meno problemi di ordine sociale per tanti motivi nei quali mi addentrerò successivamente e in altra occasione. Meta di stamani è il Museo nazionale di Tokyo, una tappa da non perdere per chi va in Giappone e ne studia la storia e la storia dell'arte e che tre anni prima avevo trovato chiuso per restauri...
Andiamo subito a vedere i tesori del Horyuji, uno dei templi più antichi del sol levante che si trova nei pressi di Nara, da dove nel 1939 i monaci, in cambio di restauri per il loro prezioso tempio, avevano fatto partire un'intera collezione di statuaria ed oggettistica in bronzo di epoca Asuka e Nara (V-VIII secolo), pezzi di una bellezza mirabolante.
Al secondo piano scopro pezzi famosissimi per i giapponesi e per chi ne studia l'evoluzione storica ed artistica, dai vasi protostorici fino a quelli dell'epoca Meiji che ha traghettato il Paese del sol levante nel tempo moderno.

Harajuku il quartiere giovanissimo

Dopo esserci soffermati in una sala dedicata all'arte dell'Asia, lasciamo il museo e ci rechiamo in treno a Harajuku, il quartiere frequentato dai "ragazzini" della capitale nipponica dove ci fermiamo a mangiare una cialda con il gelato e dove riposiamo un po' lasciandoci cullare dall'aria condizionata di un locale, indispensabile con il caldo e l'umidità nipponica dei periodi estivi. Usciti dal bar, Marichan ci fa calare in pieno nell'atmosfera di Arajuku portandoci in un purikura, cioè un … locale, negozio dove ci sono tanti box pieni di macchine fotografiche automatiche e dove amichette e scolarette si fanno ritrarre con gli occhioni da manga a formare delle cartoline allegramente ritoccate dai partecipanti...scusate la descrizione da vecchio provinciale!

Omotesando a Tokyo il regno del made in Italy

La nostra passeggiata prosegue fino alla vicina Omotesando, una delle strade delle grandi marche su cui si affacciano le sedi della moda mondiale, sopratutto italiana, ospitate in palazzi realizzati su progetti di grandi architetti, vere e proprie opere d'arte contemporanea, come quello di Prada o l'avveniristica struttura che ospita la sede della Tod's...
Qui abbiamo appuntamento con un'altra amica di Yumichan che ci viene incontro con un passeggino e le sua bella bambina che dorme e sta buonissima tutto il tempo...più o meno per aver un paio d'anni...

Un caffè francese in Giappone a Roppongi

La nostra passeggiata prosegue; vorremmo arrivare al Roppongi Hills, il grattacielo che domina la zona e che ospita cinema, locali, negozi oltre ad un simpatico giardino pensile che si affaccia sulla città regalandoci una bella vista sulla torre di Tokyo, quella rossa che fa il verso alla torre Eiffel, non l'altra, la Tokyo Sky bulding, spaventosa per la sua altezza...
Siamo, però, stanchi e con una bambina al seguito, quindi il chilometro almeno che ci separa dal grattacielo lo azzeriamo fermando un Taxi con il quale un paffuto autista ci porta a destinazione...Qui le amiche di Yumchan ci portano in un bar d'impronta francese non solo per i prodotti che vi si consumano, ma anche per la musica in sottofondo...il posto giusto per me dove bere una birra...
Dopo le chiacchiere e lo scambio di alcuni pensierini ci salutiamo: chi prende la metro, chi va in un'altra direzione...noi raggiungiamo la stazione JR e da qua Yokohama.

Siamo molto stanchi, per cui decidiamo di comprare del cibo cotto nel settore gastronomia di un grande magazzino, del pane "francese" e delle birre, per poi tornare nella nostra stanza al 24° piano, dalla quale si dominano la ruota panoramica e la baia della città, sfavillante di luci.
Così la nostra giornata nella capitale nipponica termina. Certo, Tokyo è una città molto bella, ma per me troppo grande e forse anche per Yumiko che la ritiene molto cara rispetto al resto del paese e non troppo diversa dalle altre metropoli...

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