Diario del mio settimo viaggio in Giappone: Sapporo!

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Un viaggio nel cuore del Giappone più profondo che svelerà modernità e tradizioni antiche andando fuori dalle solite rotte turistiche, senza dimenticare le mete più amate.

Il cuore di Sapporo

Torre di Sapporo, Giappone

Il sonno è talmente tanto che stavolta almeno sei ore le dormo, in barba all'eccitazione da gita che mi porto dietro dall'adolescenza, e così, comunque, quasi all'alba ci prepariamo per la colazione, anche qua in gran parte è volta al salato, pensata per il gusto giapponese, od al massimo anglosassone...il cielo stamani è un po' nuvoloso, ma c'è anche un po' di sole, anche se le previsioni del tempo mettono pioggia fitta...ma qua siamo e così ci dedichiamo alla scoperta del capoluogo di Hokkaido.
Iniziamo, quindi dalla doverosa visita del centro fisico e "spirituale" della città: l'alta torre delle comunicazioni, che svetta tra i giardini del Parco Odori, quelli che in inverno ospitano la famosa rassegna di sculture di neve. Questa costruzione risale al 1957 ed è opera di Tachu Naito, il medesimo architetto che l'anno successivo costruì la Tokyo tower a cui, infatti somiglia nella reciproca volontà di farle simili alla Torre Eiffel.
Il panorama dall'alto è molto bello fino dal primo belvedere, che ospita un bar che è punto di ritrovo e sosta di chi come noi è in viaggio di piacere, ma anche dei cittadini di Sapporo che qua si trovano...e in questo luogo sono, anche, i modellini dedicati alla costruzione della torre stessa e alle precedenti opere di Tachu Naito che scopriamo, così,essere stato artefice anche della "buffa" torre di Shinsekai e della simpatica antennona di Beppu.
Visto che ci siamo, ci decidiamo per salire fin in cima, fino all'ultima terrazza dove si assiste ad un volo sulla città, della quale si percepisce la pianta a scacchiera, regolare e tranquilla ad occupare l'altopiano tra i monti.

La capitale agricola del Sol levante

Torre dell'orologio di Sapporo, Giappone

Intanto inizia a piovere, ci rechiamo, quindi, a fare una visita al coperto, fino ad un'altra celebrità del centro della città, la torre dell'orologio dell' ex collegio agricolo di Sapporo, che poi sarebbe appunto diventata la più importante Università dell'isola, una costruzione in legno della seconda metà dell'ottocento, ove sono conservati i cimeli che ricordano l'importante istituto ed il suo ruolo nella crescita e nello sviluppo di Hokkaido che qua in Giappone è sinonimo di qualità dei prodotti ortofrutticoli.
Questa costruzione, assieme alla rossa struttura dell'ex palazzo della Prefettura, ci ricorda gli albori di Sapporo, città, che oltre alla normale evoluzione edilizia tipica delle città giapponesi, ha subito un violento bombardamento da parte degli Americani alla fine del secondo conflitto mondiale, ed è così che, con l'idea di essere testimoni della recente storia di questa regione, che vanno guardate queste opere, senza far paragoni fuori luogo con i nostri antichi fasti.

Uno dei Ramen più famosi del Giapone

Ramen di Sapporo, Giappone

Cominciamo ad aver fame e così che recuperata l'auto ci spostiamo fino ad un parcheggio nei pressi del Ramen Yokocho il vicolo del ramen...una strozzatura tra due palazzi con una vecchia insegna che tra fumi di locali tutti risalenti all'era Showa (anni settanta-ottanta in questo caso) ospita un po' di ristoranti dedicati ai noodels in brodo, noi siamo indirizzati da Higuma entriamo che non c'è nessuno, poi arriverà un'altra coppia di turisti, il padrone di casa è un arzillo signore dall'età indefinibile, vestito di nero si muove tra le sue padelle per confezionarci una paio di porzioni di Sapporo ramen, nella propria classica versione...mentre prepara gli domandiamo un po' di notizie sul suo tanto apprezzato locale e ci dice che è dal 1972 che ha aperto e che fa ramen per gli abitanti della città e per i viaggiatori...
Il 1972 l'anno delle Olimpiadi invernali di Sapporo, le prime in Asia, l'anno in cui a Sapporo fu data una mano di vernice fresca per presentare Hokkaido al grande pubblico...e fu così che vennero ad esempio tolti gli yatai, le bancarelle ambulanti di ramen e nacque il nostro vicoletto...

Le Olimpiadi invernali di Sapporo del 1972

Okura, Sapporo, Giappone

Il tempo non migliora...peccato, ci rechiamo ciononostante ad ammirare il trampolino di salto con gli sci di Okura alle porte della città, che vide la sua inaugurazione per le Olimpiadi di cui dicevo sopra, ma che tutt'oggi è utilizzato come campo d'allenamento per la nazionale giapponese della specialità oltre ad ospitare competizioni a tutti i livelli...
Qua la nostra visita si concentra, causa diluvio in atto, sul museo dello sci, preso d'assalto da scolaresche in visita, è inutile i ragazzini giapponesi sono indubbiamente più indipendenti e responsabili e così sanno stare in giro senza combinar guai o schiamazzi eccessivi, pur nella loro gioiosa irrequietezza data dall'età...qua tra sci antichi e moderni, bob e immagini si ritrova un vecchio campione della Valanga Azzurra quel "Gustavo Toeni" che anche per me che sono non più troppo giovane è quasi solo un nome o al massimo il protagonista del vecchio spot dell'Ovomaltina, ma che qua vinse l'oro nel gigante e due argenti nello speciale...insomma un pezzo di tricolore sventola anche qua e io quando sono lontano dall'Italia acuisco i sentimenti patriottici che spesso latitano quando sono a casa.

Il santuario più importante di Hokkaido

Omamori, Sapporo, Giappone

Niente, quest'oggi Giove pluvio si vuole manifestare nella sua potenza...aiutati dal navigatore andiamo a vistare quello che è il santuario più grande della città di Sapporo, l'Hokkaido Jingu, dove, dopo un dolcetto alla piastra e una paio di bicchierini di tè caldo, ci rechiamo per un attimo di preghiera e per comprare un omamori, gli amuleti sacri alla religione shintoista, stavolta portante l'emblema di un personaggio caro ai giapponesi la mitica gattina Hello Kitty...

Tra fiaba e realtà la fabbrica del cioccolato di Sapporo

Shiroi Koibito park, Sapporo, Giappone

Un altro museo viene in soccorso alla giornata di pioggia e peccato che non si possa godere appieno il parco antistante, il parco-museo-laboratorio dei biscotti Shiroi Koibito i bianchi abbracci alla cioccolata anch'essi nati attorno alla grande spinta che ebbe Sapporo con le olimpiadi invernali del 1972. Un atmosfera da fiaba aspetta il visitatore, una via di mezzo tra la favola di Hansel e Gretel e Willy Wonka...si incede in un percorso che porta da quello che è un vero e proprio museo del cioccolato e delle sue lavorazioni ai laboratori che confezionano i nostri dolcetti, che sono allegramente decorati da altorilievi che ricordano il mondo delle favole.
Procedendo nella visita si arriva alle collezioni personali del proprietario dello stabilimento: grammofoni, giocattoli, dischi, manifesti...in quello che è uno spaccato sul Giappone del XX secolo...e tra le tante cose non può non essere citata una maglia di Roberto Baggio di quando militava nel Brescia.

Hokkaido paradiso per buongustai

Grigliata, Sapporo, Giappone

Il cielo dà poca tregua, si attenua l'acqua, ma non smette del tutto di piovere...da qua ci spostiamo in quella che è un'altra istituzione cittadina, la fabbrica della birra Sapporo, o meglio la ex-fabbrica, oggi museo e sede di più ristoranti.
Molti sono i visitatori, e gli abitanti della città che sono giunti fin qua (per mangiare), noi passeggiamo prima tra i manifesti pubblicitari e le illustrazioni delle varie fasi di lavorazione della birra ed avendo fame (sono passate le 18:30 e come detto in Giappone se vogliamo è già l'ora di cena) ci accomodiamo al ristorante per gustare una specialità del posto, il Gengis khan, cioè agnello alla griglia...si è dato questo nome al piatto perchè nella mente nipponica la consumazioni di carni ovine fa venire in mente le steppe mongoliche, visto che fuori dell'isola di Hokkaido non si mangiano abitualemnte, mentre qua è la prassi, tanto che lo si trova senza problema anche al supermercato, un po' come da noi.
Ci viene portata una bella quantità di spalla di agnello completamente disossata e tagliata a fettine sottili così da arrostire in un attimo (tenerissima e delicatissima) nel fornello che sta in mezzo al tavolo... attorno a questo verdure grigliate e poi per finire un paio di salsiccette che sennò questa giornata piovosa non finiva bene...
Stanchi morti ci addormentiamo pronti a salutare in modo degno Sapporo la mattina successiva e partire, poi, verso nord.

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