Diario del mio settimo viaggio in Giappone: feste giapponesi

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Un viaggio nel cuore del Giappone più profondo che svelerà modernità e tradizioni antiche andando fuori dalle solite rotte turistiche, senza dimenticare le mete più amate.

Amicizie giapponesi

in centro a Fukuoka

Sabato 12 settembre dopo una mattina di lavoro al computer ed a pranzo un ottimo riso di mia suocera, quello che noi chiameremo riso primavera, memori dei primi contatti con l'estremo oriente avuti nei lontani anni novanta, ci rechiamo in centro, dove sempre al "solito" leone di Mitsukoshi abbiamo appuntamento con Reiko, la nostra amica di Osaka che chi ci segue ricorderà presente nei nostri soggiorni nel kansai ...
Sì quella che lavorava in una ditta dove le davano un giorno di ferie alla volta, mai consecutivo ad altri e così ci disse che il Giappone poteva vederlo solo tramite viaggiappone.com...ora si è licenziata ed ha trovato un impiego più normale, dove magari ogni tanto, come stavolta un paio di giorni in fila di stop si mettono (si parla di sabato e domenica!).
Appena incontrati andiamo alla festa della birra che si sta tenendo in centro, ma è troppo presto per lasciarsi andare a libagioni, quindi, ciascuno col suo biglietto giornaliero della metropolitana, ci dirigiamo verso la zona di Gion (anche Fukuoka ha la sua Gion), la zona dei templi, tra cui alcuni dalle importanti ed antichissime origini, ma che si propongono ormai in vesti piuttosto ristrutturate, complici incendi, calamità e bombardamenti bellici.

Antichi templi custodi di tradizioni nella Gion di Fukuoka

Shofuku-ji a Fukuoka

La zona è come una piccola isola di un tempo passato e si va, così dal cemento al legno senza soluzione di continuità.
Il primo luogo sacro che incontriamo è il Tocho-ji che a dispetto delle sue origini antiche si presenta in una veste molto moderna...qua è una grande statua del Budda, oltre 10 metri di altezza, realizzata al finire del secolo scorso...pare le più alta in legno che è in Giappone.
Il tempio più importante in questa zona è, però, senz'altro il Shofuku-ji, fondato dal monaco Eisai nel 1195, che dalla Cina, dove era stato mandato a fare un "corso di aggiornamento sul buddismo" dallo shogun, qui portò per primo in Giappone il tè e lo zen, ovviamente di quei lontani tempi nulla rimane (ma comunque siamo davanti ad edifici costruiti tra il XVI-XIX secolo); qua davanti, mentre leggiamo le informazioni turistiche una ragazza indonesiana in visita alla città ci chiede informazioni e se le facciamo una foto...niente selfie per una volta.
La struttura, che visito almeno per la seconda volta, è silenziosa ed austera coi suoi scuri edifici, ma qua dopo aver notato i muri di terra battuta la nostra attenzione è presa da un po' di gatti che, immobili, ci guardano, alcuni di loro sono malaticci, altri sono più in forma, gatti randagi, o quasi, che nel giardino del tempio hanno il loro asilo...tanto tra i vari divieti scritti ce ne è uno di ingresso ai cani.
Nei pressi sorgono altri complessi templari e andiamo a vedere il piccolo santuario Shintoista Yaku ed un altro paio di templi buddisti il Myoraku-ji e lo Shoten-ji, che, oltre per i suoi giardini di sabbia pettinata, va ricordato perchè pare che qui abbiano trovato luce tre dei piatti che caratterizzano il Giappone, cioè le tagliatelle di soba, gli udon ed i manju (pensate senza i bonzi di questo tempio come sarebbe stata più povera la cucina nipponica!)

Un matsuri giapponese

 Hojoya Festival a Fukuoka

Nel nostro pomeriggio "fukuokese" c'è in programma anche un matsuri, una delle feste religiose più importanti che si celebrano qua nella nostra moderna città dalle antiche origini: l'Hojoya Festival presso il grande santuario Hakozaki. Con la metropolitana ci spostiamo quindi verso il mare e già all'uscita iniziamo a vedere palloncini e bancarelle, le bellissime, colorate bancarelle delle feste giapponesi, takoyaki, yakisoba, okonomiyaki, mele di pippo (per usare il termine italiano), si alternano a giochi per bimbi tra cui la famosa pesca del pesce d'oro (rosso)...
Il clou della festa sarà intorno alle 18, una sfilata durante la quale sacri tabernacoli vengono portati in processione, ecco che arrivano, infatti suonando, i tamburi i figuranti in costume...bimbi e bimbe agghindati per la festa, sacerdoti, ragazzi...tutti entrano nel santuario per uscire di nuovo poi di corsa con gli stendardi e gli altari...ma presto le previsioni del tempo iniziano a realizzarsi, una goccia, due e poi una fredda pioggia battente...
Io mi riparo sotto la tettoia della chozuya (una specie di acquasantiera dove ci aspergono le mani, e così un po' delle nostre impurità fisiche e morali e che di regola si trova all'ingresso dei santuari shintoisti) mentre Yumiko e la nostra amica aspettano di vedere in pieno la sfilata riparandosi sotto l'ombrello...

Ramen e jazz a Fukuoka city

 Ramen a Fukuoka

Rifugiatisi, poi, nella vicina stazione della metropolitana con poche fermate torniamo in centro e qua andiamo a cercare un ramen per la cena, intanto, ovviamente, spiove; tra i vari ristoranti provati in città ancora mi manca il "famoso" Daruma...ed è così che andiamo a cercarlo nella sua sede primigenia di Watanabedori...un ottimo ramen in un'atmosfera carina ed informale. Tanti sono i ragazzi e le ragazze del personale di servizio e tutti accolgono i clienti con un festoso : "Irasshaimase" (cioè benvenuto/i), il ramen poi è buono, quel che ci vuole in una serata pioviccicosa...
Dopo cena, con una bella e lunga passeggiata, arriviamo verso il quartiere dei divertimenti di Fukuoka, Nakasu, dove, tra bar, locali e yatai (le bancarelle ambulanti che preparano ramen ed appaiono alla sera, una caratteristica della città) e fino al vicino grande magazzino di Canal city si sta tenendo un evento musicale, un festival jazz, con più palchi sparsi in qua ed in là...quanta gente, è sabato, ci si rilassa anche in Giappone, le persone sorridono, bevono birra, ascoltano la musica, una Fukuoka davvero simpatica e colorata aspetta i suoi abitanti ed i turisti la sera...
Siamo un po' stanchi, in più il tempo alterna qualche pioggerella ed è così che salutata la nostra Reiko che dorme in un hotel là vicino, ce ne torniamo a casa...metropolitana fino alla fermata Nanakuma e poi a piedi fino alla dimora paterna di Yumichan, una distanza che là è un non nulla, ma che nella nostra provincia italiana è mezza città...quindi una doccia ed una birra e poi un sonno pesante.

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Cosa è viaggiappone?

viaggiappone

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