Diario del mio terzo viaggio in Giappone: un tempio ed un incontro d'oro a Kyoto

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Un viaggio nel cuore del Giappone più profondo che svelerà modernità e tradizioni antiche andando fuori dalle solite rotte turistiche, senza dimenticare le mete più amate.

Un incontro al tempio d'oro di Kyoto

Kinkaku-ji, Kyoto

Per arrivare al Kinkaku-ji, il tempio d'oro, dove abbiamo appuntamento con Elena del blog Nihon, almost a love story passiamo una zona poco turistica, silenziosa come è silenzioso il Giappone nelle sue zone residenziali e nonostante il passo sia veloce noi arriviamo con una decina di minuti di ritardo...i giapponesi non ritardano...ma Yumiko sì, infatti vive in Italia … e tra i due sono molto più puntuale io...
Io ho una mezza idea delle sembianze di Elena, mentre lei mi ha visto spesso nei nostri post, per cui ci viene incontro per prima e così faccio il primo incontro tra blog, spero di farne altri, con lei e una sua amica, compagna di studio di lingua italiana, Gianna, così il gruppo si muove con una preponderanza Italiana. Elena è una ragazza simpatica e coraggiosa; è venuta ad "impossessarsi" del Giappone dopo averlo amato e studiato sui libri e, senza esserci mai stata prima, vi si è trasferita per un anno...brava!!
Un'esperienza che la cambierà sicuramente, viste le enormi differenze che ci sono tra il vivere nipponico e quello italico.
Il nostro incontro procede con qualche timido imbarazzo che dura il tempo di poche battute per raggiungere subito un livello di piacevole conversazione; ci sono tre lustri che ci separano, ma io sono infantile e lei mi pare una ragazza matura, così ci siamo capiti facilmente.

Il Kinkaku-ji simbolo del Giappone e bellezza da cartolina

Andiamo a vedere il Padiglione d'oro, dove è stato ambientato il romanzo di Mishima dall'omonimo titolo che sto leggendo, ma il giorno non è dei migliori, pur essendoci il sole che brilla riflettendosi sulle acque dello stagno Kiokyo, ma è anche domenica e l'indomani in Giappone sarà festa nazionale, la festa dello sport. Il luogo, infatti, è "infestato" da troppi turisti tanto che mi è piaciuto più in foto che dal vivo, anche perché l'edificio, bruciato nel 1950, è solo una ben riuscita ricostruzione.
Ci devo ritornare, magari in inverno, con la neve, per ricercarvi l'essenza della bellezza che nel romanzo incarna.
Viaggiando in Giappone vi troverete, spesso, davanti a ricostruzioni a testimoniare come fosse quel castello o quel santuario se tragici eventi non lo avessero distrutto, cosa che può piacere o far rimanere interdetto il visitatore occidentale abituato ad altro tipo di interventi.

Il Ryoan-ji a Kyoto, il suo misterioso giardino zen e l'onestà giapponese

Ryoan-ji, Kyoto

Dopo aver terminato la visita con una breve passeggiata in questa parte di Kyoto amena e boscosa, arriviamo al Ryoan-ji, antico tempio concepito come mausoleo imperiale in una proprietà della potente famiglia dei Fujiwara, dove il maggior motivo di attrazione è il giardino di pietre, uno dei più famosi del Giappone. Di incerta attribuzione e datazione, è stato comunque concepito e realizzato tra il XVI secolo e gli inizi del successivo; la sua interpretazione non è chiarissima, visto che in alcune fonti si legge che le 15 pietre in un mare di ghiaia pettinata siano tigri che attraversano le acque, mentre in altre che siano isole o ancora le vette dei monti; il giardino secco, ad ogni modo, è stato pensato per esser visto dalla veranda di quella che era la dimora dell'abate del tempio.
Anche qua c'è tanta gente e il sole, da caldo, è diventato piacevolmente tiepido; è il momento per me di scambiar due parole con Elena, seduti sui gradini davanti alle pietre tigri-isole e di confidarle che non capisco molto i giardini zen, anche se riesco a captarne la bellezza e di vedere in lei uno sguardo affascinato, ma se serve critico nei riguardi del Paese che ci sta ospitando, cosa che mi piace molto e che riesco, poi, anche a ritrovare negli scritti del suo bel blog.
Proseguiamo la nostra passeggiata fino al laghetto di ninfee vicino al tempio e qui mi accorgo di non aver più la macchina fotografica, la devo aver lasciata indietro, mentre mi rimettevo le scarpe tolte per accedere al sito...Corriamo ed il mio pensiero è: "no siamo in Giappone, sono tutti onesti sarà là" … mentre "Yumiko, lanciandomi epiteti poco edificanti, mi dice che l'avranno sicuramente fregata...Non vedo la macchina subito, ma chiediamo alla biglietteria e ce la riconsegnano coi suoi più di 14 milioni di pixel...siamo in Giappone signori!

La tradizione culinaria del Kansai, una delle tante facce della cucina giapponese

Yakisoba, Kyoto

Dopo questo momento di confusione, ci accorgiamo che il tempo è passato in fretta; dobbiamo accompagnare Shoko, la nostra amica di Osaka, alla stazione e prima andar con lei a cena. Salutiamo quindi Elena, che è stata un piacevole conferma, nella speranza di rivederla presto in Italia o in Giappone ed andiamo verso la stazione di Kyoto, dove Shoko ci accompagna in un piacevole localino di cucina Kansai in cui i piatti forti sono Okonomiyaki con i Soba e Yaki-soba, così ho il modo di confrontarli con quelli del giorno prima. Sono un po' diversi, ma egualmente saporiti e buoni, per mangiarli oltre allo stomaco dovete avere anche la mente sgombra, ricordatevi che nascono come un piatto rituale della religione buddista nel XII secolo pronti ad accogliere tutti i desideri culinari della mente.
Anche qui sono gustosissimi per cui ordiniamo delle porzioni super generose e ci alziamo anche stavolta molto pieni dimostrando al mondo intero che la cucina giapponese non è solo leggerezza e morigeratezza... Nell'occasione ci scambiamo dei piccoli doni così come si usa fare quando ci si incontra in Giappone, continuiamo le nostre ultime chiacchiere, rinnoviamo in nostri reciproci inviti per incontri futuri e, dopo la cena, ci congediamo per lasciarci poi andare ad un breve sonno, breve perché il jet lag mi ha svegliato...

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Cosa è viaggiappone?

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