Diario del mio terzo viaggio in Giappone: la quiete dopo la tempesta alle Ryukyu
Scopri i colori della primavera del Sol Levante e la meraviglia dei ciliegi in fiore, andremo anche al di fuori delle solite rotte turistiche a scoprire il vero cuore del Giappone!
Del diverso modo di conservare la memoria storica in Giappone
Il mercoledì, 17 ottobre, il tifone 21 che si è messo a far danni sull'isola principale, quella di Okinawa, a circa 400 km da dove siamo, fa vedere il mare grosso, il cielo grigio, mentre soffia un gran vento, ma non piove, per cui, dedicata la mattina alla cura del corpo, ci rechiamo dopo pranzo, prendendo l'autobus, al villaggio di Ishigaki Yaimamura.
I giapponesi amano molto le ricostruzioni, i diorama, far vedere come era un tempo il loro paese; così troverete, accanto ad opere antichissime, ricostruzioni recenti che al nostro occhio stonano, ma che sono certamente funzionali...un esempio è quello del padiglione d'oro di cui ho già parlato: fu bruciato nel 50 e già nel 55 era stato ricostruito ovviamente più brillante di prima per la gioia di molti. In occidente probabilmente non sarebbe stato mai rifatto, al massimo si sarebbe potuto costruire un piccolo museo con la sua storia e con delle fotografie accanto ai resti bruciacchiati...ma ci sono 10.000km di distanza e punti di vista differenti,; dico questo perché il Ishigaki Yaimamura è un villaggio ricostruito per far vedere come si vivesse cento anni addietro nell'isola.
Devo, però subito dire che le case che vi sono, non sono puramente ricostruzioni, o meglio sono vecchie dimore che sono state smontate da una parte e ricostruite in questo luogo, per dar luogo a simulacri di un tempo che fu.
Queste vecchie abitazioni sono interessanti: si passa dalla grande casa di un medico a quella del sindaco, ad altre all'interno delle quali c'è del personale dedito o alla filatura o a suonare; ci fermiamo un po' a parlare con uno di questi signori che ci spiega meglio la storia del villaggio e della stessa Ischigaki, dove l'agricoltura è stata introdotta solo dopo il XV secolo, con l'inizio della dominazione giapponese, tramite il feudo autonomo di Kagoshima.
Foreste di mangrovie e scimmiette ai confini tropicali del Paese del Sol Levante
La visita oltre che alle case ed ai loro cimeli viene fatta anche alla vicina foresta di mangrovie che occupa, dove non è coltivato, tutta l'isola l'ungo i corsi d'acqua...visto il cielo plumbeo vi assicuro che la scena non era per niente rassicurante: gli alberi parevano infatti dei mostri di qualche film di Miyazaki...
Nel parco attorno al villaggio e motivo di attrazione per i piccoli visitatori è anche un colonia di piccole scimmiette gialle, che abbiamo poi scoperto esser di origine sud americana, ma veramente carine, Yumichan, che ama davvero tanto gli animali ci ha passato un po' di tempo giocandoci, dando loro del cibo scattando foto facendosi letteralmente sommergere, io che sono schifiltoso invece mi sono tenuto un po' in disparte.
Finita la visita, torniamo al club med dove bevo un paio di flut di spumante francese, mangiando gamberi e calamari fritti come aperitivo per poi, dopo la cena, sprofondare nel sonno dei giusti, mentre piove; è durante questa settimana di iperalimentazione che sono ingrassato due chili...
Finalmente solo sole e pesci colorati come nelle cartoline di Okinawa
tredicesimo e quattordicesimo giorno
Il giorno successivo c'è un po' di vento ma il sole è intenso e radioso al punto che ci presenta nuovamente l'isola in tutto il suo splendore, ancora più verde per le pioggerelle ventose del giorno precedente; facciamo una passeggiata per vedere altri parti di costa...poi torniamo e facciamo il bagno tra i pesci e tra i bagnanti di queste remote parti d'Asia, come dicevo giapponesi, coreani taiwanesi, cinesi...tutti assieme felici nelle loro vacanze, a fare il bagno...e stare all'ombra, completamente coperti, anche gli uomini, ma le signore esagerano veramente perché, a volte, sono coperte da mute come se dovessero immergersi nella fossa delle Marianne … C'è un rapporto davvero conflittualità tra le signore giapponesi che pur vivono in un arcipelago ed il mare...c'è da dire che hanno la pelle molto sensibile, tanto è vero che Yumichan, pur stando attentissima ed indossando una maglietta leggera da sub per fare il bagno, si è presa l'eritema sotto l'ombrellone.
L'ultimo giorno di mare è bellissimo e allietato dal sole...ci piange il cuore ad andar via, perché siamo consapevoli che non sappiamo quando torneremo in quest'isola così lontana dalle nostre vite, ma questo lo avevamo pensato anche l'anno precedente...
Oggi il mare è piatto e possiamo andare col motoscafo al limitar della barriera corallina, dove si affaccia l'abisso, per ammirare le meraviglie del mare che, a queste latitudini, si manifestano con una miriade di colori: coralli viola e rosa, stelle marine enormi, pesci variegati, ma anche una verde testuggine marina e, emozione, una manta grigiastra elegantissima nel suo movimento.
E' in uno di questi percorsi analogo al nostro che due signore giapponesi, bardate di guanti, doppie scarpe, mantelli e mute pesantissime non sarebbero riuscite a risalir sul battello, se non si fosse buttato il capitano del motoscafo, un ragazzo giapponese che sembrava un tigrotto di Mompracem, per riportarle indietro, a testimoniare la scarsa simpatia che le donne dell'estremo oriente hanno nei confronti del mare e del sole.
Ci siamo goduti tutto il giorno, dall'alba al tramonto e la sera, cosa che non faccio mai quando sono all'estero, ho mangiato della pasta con le vongole...e devo fare i complimenti alla chef … visto che era perfetta, a parte la mancanza di un po' di sale, senza dubbio per merito dei saporitissimi frutti di mare giapponesi.
Viaggia con noi alla scoperta del Giappone per primavera!
Un viaggio tra le origini del Giappone ed il futuro!