Diario del mio terzo viaggio in Giappone: gli ozi di Hakata

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Un viaggio nel cuore del Giappone più profondo che svelerà modernità e tradizioni antiche andando fuori dalle solite rotte turistiche, senza dimenticare le mete più amate.
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Letteratura giaponese, pachinko e spaghetti con le vongole

Al risveglio l'aria è tagliata da un buon profumino che preannuncia la colazione, piatto forte asssieme ad una passata di zucca sono dei succulenti onigiri che ci aspettano in fila in un vassoio, sono così semplici e buoni gli onigiri... Il resto della mattina lo trascorro in giardino a leggere un romanzo di Osamu Dazai, in una traduzione italiana dall'americano, del 1963; il libro è bello, ma la versione un po' antiquata sa di doppiaggio cinematografico degli anni '50.
A pranzo, mentre mangio della tenpura di verdure, propongo di preparare io la cena; la proposta è accettata con gioia, perché i miei suoceri sanno che me la cavo davanti ai fornelli...andiamo allora al supermercato … ho in mente di cucinar carne...ma poi vedo il pesce ...prendo delle vongole per far gli spaghetti e dei calamari da far ripieni...
Con Yumichan decidiamo però, prima di iniziare a cucinare, di fare una camminata a passo veloce e, nell'occasione pensiamo di entrare in un Pachinko (una specie di sala da giochi) per fare degli scatti pirata; il Giappone ovunque è disseminato di questi posti, un po' tristi con persone che si annientano a cercar di vincere palline di acciaio da scambiare con soldi, in un frastuono folle e tutti o quasi hanno una sigaretta accesa in bocca...una camera a gas al neon...una delle tante facce del Paese del Sol Levante. (a proposito di fumare...io ho smesso di fumare durante il mio primo viaggio in Giappone tre anni fa)
Preparo la cena e visto che i Giapponesi sono avanti a noi per quanto riguarda le vongole veraci che, con una mezz'oretta di ammollo in acqua salata, sono pulitissime e saporitissime, ma anche grazie al fatto che mia suocera coltiva il prezzemolo in due vasi ed ha degli ottimi peperoncini, il gioco è fatto...risultato ottimo...così come per il secondo: da bere per me chardonnay francese...per gli altri ocha...

Grandi, enormi, lussuosi magazzini giapponesi

Il giorno successivo torniamo in "città", cioè nella zona più centrale ed andiamo alla stazione dei treni di Hakata (l'altro nome di Fukuoka) che è stata rinnovata da poco, dove hanno aperto un bellissimo e lussuosissimo grande magazzino di sette piani: acciaio, scale mobili, negozi di tutti i tipi e io mi perdo tra enoteche ed alimentari, mi diverto a vedere quanto costino cari i prodotti di spicco italiani, mentre osservo commesse vestite da orsetti che mi fanno assaggiare la cioccolata...
Quando usciamo facciamo una camminata tra palazzoni sedi di grandi compagnie, banche ecc, riprendiamo la metro ed andiamo nel grande parco di Fukuoka, dove anticamente sorgeva il castello del quale sono rimasti in piedi solo alcuni ruderi, con un lago, tantissimo verde, macchiato da alcune foglie gialle e gente che fa sport. Torniamo a casa stanchi per il passeggiare e trovo dei Giosa (ravioli giapponesi) che mi aspettano assieme ad altre ciotoline piene di cose buone che mia suocera ha cucinato in grande quantità e che io provvedo diligentemente a spolverare.

I miei onsen preferiti in Giappone

Il giorno seguente ci alziamo di buon mattino per andare agli onsen Seryou, i bagni caldi che sono in montagna, ad una mezz'ora da casa.
L'orografia della zona fa sì che le città spesso si sviluppino sulla costa, con i monti a ridosso e così è anche per Fukuoka, che, andando verso l'interno, è vicinissima ad alte colline rivestite da foreste di castagni e di bambù.
Dalla macchina vedo due signori, un uomo ed una donna anziani, che mettono a posto gli attrezzi agricoli e che sono vestiti perfettamente da contadini, con il cappello e gli abiti appropriati come ho raccontato nel blog nel post sull'uso delle divise in Giappone.
Arriviamo agli onsen ed entriamo nella struttura termale, un posto veramente rilassante dove, con Yumchan, decidiamo di rifare il … una speciale sauna, durante la quale ci si sdraia su dei "letti" di ceramica caldi caldi sopra i quali si inizia pian piano a sudare, coperti da un semplice "pigiamino" alla giapponese grazie al quale maschi e femmine possono rimanere insieme, un'esperienza da fare.
Dopo questa sudata faccio una super doccia e sono pronto per le abluzioni degli onsen da fare denudati e separati per sesso in zone differenti ma equivalenti, ci sono due vasche due una attraversata da scossette elettriche che pare facciano benone...ma che io non amo, l'altra che ha dei potenti getti per idromassaggio che mi ci vorrebbero adesso per far passare il mal di schiena.
All'esterno, invece, alimentate da un fiume di acque termali riscaldate sapientemente, ci sono più vasche, dove lessarsi allegramente nella migliore tradizione giapponese e, tra queste, io preferisco una specie di grande catino dove si sta immersi...un po' come i cowboy-boy quando facevano il bagno dopo lunghe cavalcate.

Il sushi più buono del mio Sol Levante

Usciti dalle terme, ci ritroviamo coi genitori di Yumichan che ci portano a pranzo dal maestro di sushi del ristorante Torakatsu, un personaggio sorridente e garbato, emigrato alle Hawaii e poi ritornato a Fukuoka sua terra di origine, di età non Mentre aspettiamo, ci vengono servite un po' di ottima tenpura ed una lumacona di mare alla salsa di soia, buonissima, alle quali segue il sushi, che è divino, tanto da non poter mangiare sushi ormai se non nel Paese del Sol Levante...
La sera, dopo avere lavorato un po' al pc, mi accorgo che non sarà possibile per me perder peso in Giappone, perché per cena trovo una montagna di pollo fritto con zenzero fresco, il karaage.
La mia vacanza sta finendo, ma l'indomani partiremo per una gita di un paio di giorni a Beppu, la più importante stazione geotermica del Giappone.

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