Kamakura, novella Kyoto, la capitale dello shogun

Quando muore Hojo Yoshitoki, reggente dello shogun, gli succede il di lui figlio Yasutoki a ricoprire il medesimo ruolo, il Giappone nel periodo così detto Kamakura vede un imperatore a Kyoto, che ha mantenuto solo un potere nominale, pensate che in seguito ai numerosi incendi si decide di non ricostruire nemmeno il palazzo imperiale, mentre a Kamakura i poteri decisionali e legislativi sono retti dallo shogun, di discendenza Minamoto che ha ceduto i propri poteri, però ad un reggente...che fa capo alla famiglia Hojo, quella della moglie di Minamoto Yoritomo....possiamo dire che è un periodo che vede il potere delegato due volte.

Un periodo di pace e stabilità nel Giappone del secolo XIII

Con Yasutoki si rafforza il regime feudale tanto che viene redatto anche il Joei shikimoku, un codice pratico di 56 leggi che mette nero su bianco il funzionamento dello stato shogunale e che cerca di redimere anche fatti di diritto civile e penale, ad esempio sull'adulterio e sulle eredità, per mettere un freno ad omicidi indiscriminati.
L'economia nipponica nel secolo XIII è più vivace che nella precedente epoca anche per i minori vincoli imposti ai mercanti stranieri di commerciare in territorio giapponese, praticamente non esiste una moneta del Sol Levante, ma si utilizzano i soldi cinesi e sopratutto il baratto, spesso in luogo del denaro si utilizzano cereali e stoffe.
L'agricoltura vede progressi con l'introduzione dell'uso del concime e della rotazione dei campi da allagati (riso) ad asciutti (grano), ma non si è difronte ad una società composta solo da due classi come erroneamente si pensa, cioè contadini e militari, anche una nascente classe artigianale e mercantile è ben presente nelle isole nipponiche, di cui si sa meno, ma che ci ha dato testimonianze coi suoi manufatti che testimoniano una tecnica nipponica sviluppata nella fabbricazione delle armi, le famose spade giapponesi, e della ceramica, è di questo momento anche la diffusione dell'uso del tè in Giappone, altro motivo per cui non conosciamo molto di queste classi sociali è che vuoi perchè non sapevano scrivere, vuoi perchè erano gelosi delle loro tecniche, non ci hanno lasciato testi inerenti le loro lavorazioni.

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Un momento di passaggio nella storia del Giappone

Siamo alla fine del periodo Heian (794-1185), l'era in cui il potere è gestito dalla famiglia Fujiwara che preferisce gli intrighi e i complotti alla forza bruta per esercitare la propria influenza sull'imperatore; è il momento storico in cui il Giappone ci regala vette letterarie ed artistiche ineguagliabili.
Si entra adesso in un momento di rottura e passaggio, una parentesi entusiasmante della storia giapponese...ma un po' complessa, se non si presta la dovuta attenzione ai fatti. Siamo nel 1156, muore l'imperatore in ritiro Toba a cui era succeduto Sutoku, anch'esso presto in ritiro, il quale non riesce a far regnare a lungo, proteggendolo dal chiostro, il figlio Konoe, perchè quest'ultimo muore. E' per questo che sale sul trono il fratello minore di Sutoku, Go-Shirakawa, un personaggio che ci accompagnerà per tutti i complessi avvenimenti che seguiranno.
Sutoku si rivolge allora al ministro della sinistra Fujiwara Yorinaga per cercare di riprendere il controllo della situazione, mentre Fujiwara Tadamichi appoggia l'imperatore in carica Go-Shirakawa...e fin qua non ci sarebbe nulla di nuovo...visto che i Fujiwara hanno sempre tramato, mettendosi gli uni contro gli altri....La differenza, però, consiste nel fatto che le due fazioni, per predominare l'una sull'altra, faranno ricorso ai così detti signori della guerra, cioè a quelle famiglie che avevano i loro domini in provincia e si erano guadagnate ricchezza, spazio e nome con le armi.

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la religione buddista è abbracciata da tutto il popolo giapponese

E' tra i secoli X e XI che il culto del Budda Amida o "della terra pura" prende piede e tutto il popolo giapponese abbraccia veramente questa fede; l'operazione di proselitismo è condotta inizialmente dal monaco Kuya, che predicò per le vie di Kyoto e dal monaco Genshin che dipinse i concetti del paradiso occidentale (terra pura) ed i dolori dell'inferno, integrando così i kami shintoisti nel pantheon buddista come avviene, ad esempio, con la dea del sole Amaterasu la quale fu identificata con il budda Dainichi.

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Un periodo di rivolte destabilizza l'impero giapponese

Nell'anno 939 si assiste ad un fatto grave: Taira Masakado, uno dei discendenti di Temmu, appartenente quindi ad una di quelle famiglie di sangue imperiale che hanno ottenuto un cognome ed un dominio in provincia, per non ingolfare la corte di Kyoto, si proclama imperatore e pone la sua base nel Kanto (la regione dell'odierna Tokyo) mettendosi a capo di alcune province. Il potere centrale si oppone alla sua autoinvestitura e gli scatena contro una guerra vincendola, ma l'episodio ci fa capire quanto poco saldo sia il sistema di controllo imperiale sull'arcipelago.
Intanto i mari sono infestati dai pirati e sopratutto i commerci interni, che avvenivano navigando sotto costa, sono spesso compromessi, per cui, dalla capitale, parte un Fujiwara a rimettere le cose a posto; lui stesso, però, si mette capo dei pirati e di altre forze non fedeli all'imperatore e cerca di instaurare un domino personale lungo le coste del mare interno, tentativo di breve durata che lo vede sconfitto, poco dopo, dalle truppe di Heian.
Siamo alle soglie dell'anno mille, quando in Europa si è in pieno medio evo e si vedono rare luci di cultura; il Giappone, al contrario, ha raggiunto uno dei suoi momenti di maggiore slancio culturale ed è ora (967) che i Fujiwara, tolto di mezzo Minamoto Takahaki, eliminano l'ultimo ostacolo ad un loro dominio incontrastato, sancito con la nomina a reggente dell'imperatore di Fujiwara Saneyori.

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Nasce Kyoto, capitale imperiale e scrigno della cultura giapponese

L'imperatore Kammu (736-805), con l'appoggio di un importante esponente della famiglia Fujiwara, Tanetsugu, decide che è giunto il momento di trasferire la capitale da Nara dove i numerosi monaci che vi risiedevano si erano lasciati andare a troppo frequenti ingerenze temporali.
Viene scelta come sede Nagaoka, oggi Otokuni, sempre nella zona del Kansai, ma, subito dopo lo spostamento, avvennero alcuni fatti nefasti come l'uccisione di Fujiwara Tanetsugu causata dalle trame del fratello minore dell'imperatore, seguita dall'aumento dell'ingerenza del clan del "campo di glicine" e dall'uccisione dei congiurati.
Dopo questi avvenimenti e in seguito ad alcune epidemie fu deciso di spostare nuovamente la capitale e di fondare Heian-kyo (l'odierna Kyoto) in una valle facilmente raggiungibile, attraversata da corsi d'acqua che là si congiungono a formare il fiume Kamo, che è navigabile e portava a Naniwa (l'odierna Osaka) che era il maggior porto dove si gestivano gli scambi col continente asiatico.
Heian-kyo, su modello della contemporanea capitale cinese, ha una pianta a scacchiera con un perimetro di 4,46 per 5,18 km, la cui via principale, che si snodava centralmente dalla porta Rasho (quella del film di Kurosawa), era larga ben 83 metri e lunga oltre 4 chilometri fino ad arrivare alle soglie della cittadella del Palazzo Imperiale.
La zona ovest della città era insalubre a causa della presenza di alcune paludi, per cui tutti i nobili si stabiliscono nei pressi del perimetro del palazzo o nei pressi della città stessa.

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La capitale del Giappone si trasfresisce a Nara

Primo viaggio in Giappone, Parco di Nara

Nel 710 la capitale del Giappone è spostata da Fujiwara a Heijōkyo (Nara) con un grande impegno di mezzi che, in due anni, permisero di trasferirvi l'intera corte con tutti i suoi orpelli.
La città fu ampliata su emulazione della capitale cinese del tempo Chang'an, corrispondente all'odierna Xi'an, seguendo lo schema di una pianta rettangolare o meglio quasi quadrata visto che i suoi lati misuravano 4,3 e 4,8 chilometri al cui interno erano il palazzo imperiale, gli uffici amministrativi e le residenze dei ministri e dei funzionari, ed anche le dimore dei così detti funzionari senza titolo, oltre che quelle delle classi più popolari.
Questa struttura urbanistica rispettava la divisione in classi sociali del tempo tanto è vero che, ancor oggi, visitando Nara, si può notare che, al fianco del Parco dei Cervi che ospita i templi più importanti e i siti imperiali, si estende il quartiere Naramachi che era popolato dai mercanti.

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